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venerdì – 18 Luglio 2025

Intelligenza artificiale: opportunità o rischio per la sicurezza?

Il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) nel miglioramento della sicurezza pubblica sta guadagnando attenzione in Italia. Recentemente, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha discusso della possibilità di tradurre i dati biometrici in strumenti per la prevenzione dei reati, in particolare negli stadi, dove le problematiche legate alla criminalità sono in aumento.

Durante un forum tenutosi a Manduria, Piantedosi ha dichiarato che l’incremento dell’IA permette di migliorare il monitoraggio negli eventi sportivi, sottolineando la necessità di un sistema di controllo più efficace in collaborazione con il garante della privacy. L’idea è di utilizzare la tecnologia per affrontare le organizzazioni criminali, che continuano a sfruttare le debolezze del sistema.

Il ministro ha fatto riferimento a come “gli stadi siano diventati luoghi di spaccio” e ha proposto di dotarsi di strumenti intelligenti per monitorare i dati biometrici. Ha poi osservato che la tecnologia è già utilizzabile, ma rimane vincolata a esigenze specifiche in rispetto della normativa vigente sulla privacy.

Le dichiarazioni di Piantedosi hanno sollevato polemiche tra le opposizioni, che accusano il governo di instaurare un clima di “stato di polizia”. In particolare, il partito Alleanza Verdi e Sinistra ha criticato l’idea di ridurre il controllo giuridico sull’uso dei dati biometrici, evidenziando il rischio di abusi di potere.

Nel contesto di una legge in discussione al Senato, il governo si concentra sulla repressione dei reati legati all’IA, enfatizzando le sue potenzialità come strumento di controllo piuttosto che come opportunità di innovazione. Il dibattito si sposta così sul bilanciamento tra sicurezza e libertà civili.

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