L’Istat ha recentemente pubblicato dati allarmanti sulle retribuzioni in Italia. Le retribuzioni contrattuali, in termini reali, sono ancora inferiori dell’8,8% rispetto ai livelli di gennaio 2021. Questa situazione contribuisce a un contesto di grande difficoltà per le famiglie, i cui redditi stagnano mentre i prezzi continuano a rimanere elevati.
In aggiunta, secondo recenti studi dell’Istituto, i costi alimentari in Italia sono aumentati di quasi un terzo dal 2019, portando un terzo delle famiglie a ridurre le spese per il cibo. È emerso che c’è stato anche un notevole abbassamento dei consumi, in particolare per carne e pesce, la cui domanda è diminuita del 16,9%. Inoltre, il 51% dei cittadini cerca offerte e sconti, manifestando così la crescente necessità di risparmiare. La spesa presso i discount è aumentata del 12,1%.
Tali dati evidenziano un incremento delle disuguaglianze alimentari e richiedono interventi urgenti da parte del Governo. Tra le misure necessarie vi sono la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo, che potrebbe garantire un risparmio annuo di oltre 516 euro per famiglia, e la creazione di un Fondo per contrastare la povertà energetica e alimentare. Inoltre, si richiedono risorse adeguate per la sanità pubblica e per garantire il diritto allo studio, oltre a una riforma fiscale equa. Infine, è fondamentale avviare azioni per verificare e contrastare le speculazioni sui prezzi lungo le filiere.