Un altro episodio di aggressione contro il personale sanitario è avvenuto in Italia, precisamente ad Avellino, dove un’infermiera è stata aggredita da una parente di un paziente in attesa di ricevere cure al pronto soccorso dell’Ospedale di Alta specialità “San Giuseppe” Moscati. L’aggressione si è verificata il 20 settembre, quando la donna, in attesa con il familiare, ha cominciato a mostrare segni di insofferenza per l’attesa. Quando l’infermiera si è avvicinata per cercare di tranquillizzarla, spiegando che il ritardo era dovuto a emergenze più gravi, la situazione è degenerata. La parente ha infatti iniziato a insultarla, passando poi a vere e proprie mani, costringendo l’intervento delle guardie giurate per fermare l’aggressione. L’infermiera ha subito ferite al braccio e al labbro e ha sporto denuncia.
Questo episodio si inserisce in un contesto preoccupante di violenza contro il personale sanitario, con un incremento di aggressioni negli ultimi tempi. Due giorni prima, a Melito di Napoli, due medici sono stati aggrediti dopo aver negato una visita domiciliare. I professionisti, un uomo e una donna, sono stati colpiti con calci e pugni. Hanno poi richiesto assistenza all’ospedale di Giugliano, dove sono stati curati per le lievi ferite subite, con prognosi di 10 giorni. Questo caso è stato segnalato dall’ong Nessuno tocchi Ippocrate, evidenziando la gravità della situazione.
In precedenza, all’ospedale di Foggia, altri operatori sanitari erano stati aggrediti dal figlio di un paziente, il quale è stato arrestato per la violenza. Questi eventi stanno creando un clima di paura e insicurezza tra i professionisti della salute, già sottoposti a stress e pressioni significative nel loro lavoro quotidiano. È fondamentale ora una riflessione su come garantire la sicurezza del personale sanitario, che svolge un ruolo cruciale nella società. Le istituzioni devono prendere delle misure efficaci per prevenire tali episodi e proteggere chi si dedica con impegno alla cura degli altri.