Il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha sostenuto l’importanza di riflettere sulla proposta di un indulto parziale, in risposta all’esortazione del vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, alle forze politiche. Brunetta evidenzia la difficile situazione delle carceri italiane, caratterizzate da sovraffollamento, isolamento e condizioni inumane, che possono portare a una perdita di legittimità della pena e aumentare il rischio di recidiva. Secondo Brunetta, lo Stato ha il dovere di punire razionalmente, evitando la vendetta e cercando invece di promuovere la comunità e l’inclusione sociale.
La proposta di indulto parziale dovrebbe coinvolgere detenuti per reati meno gravi, permettendo loro di reintegrarsi nella società attraverso il lavoro, evitando di trasformarli in criminali professionisti. Questo indulto parziale avrebbe potenzialmente quattro effetti positivi: umanizzare le carceri, ridurre il tasso di recidiva, risarcire le vittime e la società, e produrre ricchezza. Brunetta sottolinea che una pena “certa” potrebbe realizzare effetti retributivi, deterrenti e rieducativi, contribuendo a un sistema di giustizia più giusto e umano.
In questo contesto, il senatore del Pd Filippo Sensi ha espresso il suo sostegno per la proposta di Brunetta, auspicando che ci sia una convergenza tra opposizione e maggioranza su un obiettivo comune di umanità, civiltà e decenza. Il richiamo di Sensi invita a una riflessione profonda sulla necessità di riformare il sistema carcerario, promuovendo politiche che favoriscano il reinserimento sociale dei detenuti piuttosto che la loro emarginazione. Le parole di Brunetta e il sostegno di Sensi suggeriscono un tema di grande rilevanza sociale, evidenziando l’urgenza di affrontare le questioni legate al sovraffollamento carcerario e alla recidiva, e di lavorare verso un sistema penale che favorisca la riabilitazione piuttosto che la punizione fine a se stessa. Le istituzioni, pertanto, sono chiamate a un’azione responsabile e condivisa per garantire una giustizia che sia non solo punitiva, ma anche educativa e inclusiva.