Daniele Virgili, un vigile di 25 anni, ha subito l’amputazione della gamba sinistra a seguito di un incidente stradale avvenuto il 6 novembre, mentre era coinvolto in operazioni di rilevamento a seguito di un altro sinistro sulla Tiburtina. Virgili e altri due colleghi stavano effettuando il loro lavoro quando un’automobile, guidata da un carabiniere in stato di ebbrezza, li ha travolti. Le condizioni di Daniele sono immediatamente apparse gravissime e, poco prima di essere soccorso, ha avuto modo di contattare la sua famiglia per comunicare la sua situazione.
La famiglia di Virgili ha espresso un forte desiderio di giustizia, raccontando il dolore e la rabbia provati dopo l’incidente. Il fratello, Riccardo, ha descritto la telefonata ricevuta da Daniele, in cui il giovane esprimeva il suo affetto e la gravità della sua condizione. Riccardo ha anche denunciato l’atteggiamento “arrogante e sfacciato” del carabiniere dopo l’incidente, rendendo la situazione ancora più straziante per la famiglia. Il padre, ricordando Daniele come un agente devoto al dovere, ha evidenziato la contraddizione tra la sua vocazione e l’incidente causato da qualcuno che avrebbe dovuto garantire la sicurezza.
Oltre a Daniele, le altre due colleghe coinvolte nell’incidente non sono in pericolo di vita e si trovano al di fuori delle condizioni critiche. Virgili, però, resta nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Camillo di Roma mentre la sua famiglia continua a chiedere giustizia per quanto accaduto. L’incidente ha scatenato una serie di interrogativi sulla condotta del carabiniere e sull’importanza di una maggiore sorveglianza e responsabilità tra le forze dell’ordine. La comunità locale è in attesa di sviluppi sul caso e spera in provvedimenti adeguati per garantire che eventi simili non si ripetano in futuro. La famiglia di Daniele non intende fermarsi, pronta a lottare per la giustizia e per il riconoscimento del sacrificio del giovane agente.