“Dopo lotta al Covid vivo sotto scorta, un mese fa nel mio ufficio c’è stata un’effrazione”
Dalla lotta al Covid-19 a vittima di dossieraggio insieme a vip, imprenditori e politici. “Non meritavo tutto questo, sono profondamente colpito e amareggiato“. È lo sfogo di Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, che con l’Adnkronos Salute commenta la notizia che lo vede tra gli 800 obiettivi ‘controllati’ da giornalisti e finanzieri. “Per quattro anni ho lavorato in prima linea per difendere la salute degli italiani, davvero non è piacevole trovarsi in questa situazione”.
La notizia “mi è arrivata come un fulmine a ciel sereno alle 5 di questa mattina – racconta Vaia, che negli anni della pandemia ha ricoperto il ruolo di Direttore dell’Istituto nazionale delle malattie infettive Spallanzani di Roma -. Ad avvisarmi una telefonata di una giornalista. Non ci volevo credere, poi mi sono ricordato di un fatto”. Quale? “Circa un mese fa nel mio ufficio c’è stata un’effrazione. Di più non posso dirle” aggiunge Vaia che non nasconde il fatto “di essere da tempo sotto scorta”.
Poi torna sul suo impegno nel pieno dell’emergenza sanitaria: “Per quattro anni ho lavorato duramente per combattere il Covid e difendere la salute degli italiani, davvero non meritavo tutto questo. Resto un civil servant e continuo a fare il mio lavoro per tutelare la salute pubblica”, tiene a precisare Vaia. “Il mio stato d’animo? Sono intristito e deluso ma comunque sereno. So già che dopo questo polverone non succederà nulla ma certo la situazione non è piacevole”. Alla domanda se chiederà chiarimenti alla Procura della Repubblica di Perugia la risposta è ferma: “Non lo so, so solo che continuerò a fare il mio lavoro come sempre”, conclude.