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martedì, 14 Gennaio, 2025
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In partenza da Orio al Serio per combattere contro l’Isis

Una diciannovenne, Hafsa M., originaria del Kenya e residente a Carugate (Milano), è stata arrestata a Milano con l’accusa di arruolamento per fini terroristici. La giovane stava per partire per la Siria per unirsi all’Isis ed è stata fermata all’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio. Il giudice ha evidenziato un suo “processo di radicalizzazione” che l’ha portata a voler partecipare alla jihad islamica.

L’indagine, condotta dalla Digos di Milano e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, è iniziata a ottobre grazie al monitoraggio di ambienti jihadisti online. Gli agenti hanno trovato un profilo social della giovane in cui condivideva video di propaganda radicale e immagini di se stessa con il niqab. Ulteriori indagini hanno svelato che Hafsa, proveniente da un contesto familiare difficile e già in una comunità di accoglienza, stava rapidamente radicalizzandosi, progettando di recarsi prima in Turchia e poi in territori controllati da gruppi jihadisti. I tecnici della Digos hanno rintracciato contatti telefonici della ragazza con numeri localizzati in Medio Oriente collegati a persone che le avrebbero facilitato l’arrivo.

Hafsa aveva provato per due volte a comprare un biglietto di sola andata per Istanbul e ha finalmente acquistato un volo il 29 novembre. È stata fermata proprio al momento del check-in. I primi accertamenti sul suo telefono hanno rivelato che si dichiarava “muhajirat”, cioè migrante, e mostrava interesse per l’uso di armi da fuoco, confermando contatti con un uomo in Turchia che la aspettava.

Durante l’udienza di convalida, la giovane ha affermato di voler raggiungere la Turchia per sposarsi e ha espresso opinioni conservatrici sull’Islam e sul ruolo delle donne. Ha anche detto di essere rimasta colpita da immagini di persecuzioni nei paesi musulmani e ha riconosciuto di condividere l’idea di una reazione armata contro le aggressioni alla fede musulmana. Il giudice ha sottolineato come i suoi contatti telefonici suggeriscano che il suo progetto di partire per i conflitti non fosse casuale, ma sostenuto da legami con l’Isis. Gli sforzi ripetuti di Hafsa per volare in Turchia dimostrano un chiaro intento e un concreto pericolo di fuga.

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