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domenica, 9 Febbraio, 2025
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Impiantata la “clessidra” per il cuore

La “clessidra” per il cuore è un nuovo dispositivo salvavita progettato per pazienti con gravi cardiopatie congenite. Fino ad ora, cinque pazienti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno ricevuto questo impianto, rappresentando i primi interventi in Europa dopo l’ottenimento del marchio CE. Precedentemente, il dispositivo era stato utilizzato in modalità compassionevole a giugno 2023.

Il dottor Gianfranco Butera, responsabile della Cardiologia Interventistica, spiega che questa procedura mininvasiva evita interventi chirurgici a cuore aperto in pazienti fragili, riducendo i rischi e migliorando la qualità della vita. I pazienti possono essere dimessi dopo 2-3 giorni.

Le cardiopatie congenite, come la stenosi polmonare e la tetralogia di Fallot, colpiscono la valvola polmonare, che regola il flusso sanguigno verso i polmoni. Quando la valvola non funziona correttamente, si verifica un rigurgito, risolvibile con protesi valvolari. Tradizionalmente, questi impianti richiedevano interventi chirurgici complessi, che aumentano i rischi e la durata del ricovero; a volte si utilizzano tecniche endoscopiche, ma queste possono risultare difficili a causa della conformazione irregolare dell’efflusso destro.

I cinque pazienti trattati al Bambino Gesù, tra i 15 e i 40 anni, erano affetti da tetralogia di Fallot e sono stati i primi in Europa a ricevere il dispositivo. Il primo impianto, eseguito su una ragazza di 21 anni, ha visto la partecipazione di specialisti di centri di eccellenza europei.

Il dispositivo, chiamato Alterra Adaptive Prestent, consiste in uno stent metallico autoespandibile a forma di clessidra, abbinato a una valvola polmonare standard. Questa tecnologia è efficace nel trattare dilatazioni dell’efflusso destro fino a 42-44 mm, rispetto ai 29 mm gestibili con metodi precedenti. La parte metallica della “clessidra” è durevole e consente futuri interventi emodinamici senza ulteriori interventi chirurgici invasivi.

L’uso di dispositivi come la “clessidra” rappresenta nuove speranze per i pazienti con cardiopatie congenite complesse. Butera sottolinea che, fino a poco tempo fa, i pazienti con dilatazioni dell’efflusso destro necessitavano di operazioni chirurgiche complesse. Attualmente, grazie a questo dispositivo, è possibile trattare in modo mininvasivo circa il 70-80% di questi pazienti, in contrasto con il 40% attuale.

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