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Il Video Testimoniale che Cambia Tutto

Giuseppe Lacarpia rimane in carcere con l’accusa dell’omicidio della moglie, Maria Arcangela Turturo, a Gravina di Puglia, in un caso che presenta chiaramente i segni di un femminicidio. Nonostante Lacarpia avesse descritto l’evento come un incidente, le evidenze raccolte, tra cui le ultime parole della vittima e le testimonianze di tre giovani che hanno assistito alla scena nella notte tra il 5 e il 6 ottobre, contraddicono questa versione. Giovedì 10 ottobre, il giudice per le indagini preliminari Valeria Isabella Valenzi ha confermato la custodia cautelare per l’uomo, non ritenendo ci fosse pericolo di fuga, ma sottolineando la gravità delle accuse.

Secondo le informazioni riportate, Maria, prima di morire, avrebbe detto alla figlia e alle forze dell’ordine che suo marito aveva tentato di ucciderla. Un video girato da una delle testimoni mostra Lacarpia aggredire la moglie che era riuscita a uscire dall’auto in fiamme, incendio che si sospetta sia stato provocato dallo stesso Lacarpia per mascherare un omicidio come un incidente. Il gip ha considerato questo video come l’elemento “più probante” della custodia cautelare.

Lacarpia ha sostenuto di aver tentato un massaggio cardiaco sulla moglie, ma i testimoni e le immagini testimoniano un’azione ben diversa: l’uomo avrebbe tenuto ferme le braccia di Maria mentre esercitava una pressione sul suo torace, un’azione incompatibile con le manovre di rianimazione. Le testimonianze dei vigili del fuoco hanno anch’esse smentito la natura accidentale dell’incidente.

In aggiunta, la sorella di Lacarpia ha rivelato che il fratello aveva comportamenti aggressive e reazioni eccessive, che si riflettevano nella relazione con la moglie. La scoperta di una tanica di benzina e di un accendino nell’auto rinforzerebbe l’ipotesi che la morte di Maria non fosse accidentale. Secondo le ricostruzioni, la notte del delitto, Lacarpia avrebbe dato fuoco alla macchina e, quando Maria è fuggita in cerca di salvezza, l’ha aggredita mortalmente. Questo triste caso mette in luce una delle forme più gravi e inaccettabili di violenza di genere, sottolineando l’urgenza di affrontare il fenomeno del femminicidio nella società.

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