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sabato, 14 Dicembre, 2024
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Il suo primo documentario è contro la violenza domestica.

La regina Camilla ha ripreso il suo impegno per combattere la violenza domestica attraverso un nuovo documentario della ITV, in cui esplora le esperienze e il coraggio dei sopravvissuti. Questo lavoro rappresenta un’importante continuazione della sua lunga campagna per affrontare gli abusi familiari. Nel documentario, intitolato ‘Her Majesty The Queen: Behind Closed Doors’, la regina incontra diverse vittime di violenza domestica, inclusa una donna che con grande emozione condivide la sua storia dopo essere arrivata in un centro d’accoglienza. Camilla confessa che non aveva mai considerato seriamente la possibilità che una donna potesse essere vittima di violenza fino a quando non ha incontrato una persona che l’aveva vissuta.

In questo primo documentario dalla sua ascesa al trono, Camilla si fa portavoce delle vittime di abusi domestici. Durante i 90 minuti di filmato, le telecamere documentano le sue attività ufficiali e incontri privati mai visti prima con sopravvissuti e attivisti, offrendole la possibilità di ascoltare direttamente le testimonianze e le esperienze vissute da queste donne. La regina esplora anche le motivazioni che l’hanno portata a dedicare oltre dieci anni alla sensibilizzazione sulla violenza domestica.

All’inizio di quest’anno, Camilla ha sostenuto la campagna Brick by Brick della testata Independent, il cui obiettivo è costruire due nuovi centri per donne in difficoltà a causa di abusi. Grazie a donazioni generose da parte dei lettori, l’obiettivo iniziale di 350mila euro è stato notevolmente superato, raggiungendo quasi 600mila euro. Nel documentario, Camilla sottolinea l’importanza dei centri d’accoglienza, descrivendo l’esperienza di una donna che riesce a trovare rifugio: “Scappa e arriva in questo rifugio. Una stanza tutta per te, una porta che si può chiudere a chiave. E con il passare del tempo, si incomincia a recuperare la sicurezza e a ricominciare la vita”. La regina Camilla non solo mostra empatia, ma si impegna attivamente in questa causa, evidenziando la necessità di tali strutture per il recupero e la reintegrazione delle vittime.

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