Il Professional Tennis Players’ Association (Ptpa), fondato da Novak Djokovic e altri tennisti, ha avviato un’azione legale contro gli organi di governo del tennis mondiale, accusandoli di pratiche “anti-competitive” e di disinteresse per il benessere degli atleti. In una documentazione di 163 pagine, il sindacato afferma che i giocatori sono vittime di un “gioco truccato” che limita il loro controllo sulle carriere e sui diritti d’immagine.
L’azione legale coinvolge dodici tennisti e riguarda questioni relative all’organizzazione del calendario, al sistema di ranking e al controllo sui diritti d’immagine. Il Ptpa denuncia un “controllo monopolistico” da parte di ATP, WTA, ITF e ITIA, richiedendo anche un risarcimento economico. Le denunce si estendono oltre New York, toccando il Regno Unito e l’Unione Europea, per contestare l’autorità incontrollata dei vertici del tennis.
Ahmad Nassar, direttore esecutivo del Ptpa, sostiene che il tennis è “distrutto” a causa di un sistema ingiusto che sfrutta gli atleti e compromette la loro salute. Nassar afferma di aver esaurito tutte le opzioni riformiste e che l’azione legale è necessaria per garantire un futuro sostenibile per il tennis. Inoltre, il sindacato critica il sistema di assegnazione dei punti ranking e il calendario ritenuto insostenibile.
La risposta dell’ATP sottolinea che hanno lavorato per il bene dei giocatori, evidenziando riforme e aumenti di compensi. L’ATP accusa il Ptpa di divisione e disinformazione, affermando che le sue accuse sono infondate e che ogni decisione importante è stata assunta con il coinvolgimento dei giocatori.