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domenica, 8 Dicembre, 2024
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Il prossimo quinquennio sarà centrale per la crisi dell’industria automotive

Matteo Richetti, deputato di Azione e membro della I commissione Affari costituzionali, ha sottolineato l’importanza del prossimo quinquennio di governo per l’Emilia-Romagna, che si troverà ad affrontare la crisi dell’automotive. Durante un’intervista con Adnkronos, Richetti ha messo in evidenza la necessità di garantire un utilizzo strategico dei fondi destinati al sistema economico della regione, ribadendo che l’Emilia-Romagna, conosciuta come ‘Motor Valley’, possiede settori manifatturieri cruciali per l’Italia e l’Europa. Ha spiegato che i costi energetici e la necessità di nuove infrastrutture rappresentano le principali sfide per la manifattura regionale.

Richetti ha evidenziato i progressi realizzati nella scorsa legislatura, dove è stata approvata una legge che ha semplificato e facilitato i collegamenti tra lavoro e università, promuovendo ricerca, innovazione e sviluppo, elementi fondamentali per la competitività della regione. Tuttavia, ha detto che è necessario fare di più, in particolare riguardo agli oneri.

Il deputato ha anche sottolineato l’importanza di sostenere le filiere produttive attraverso leggi di distretto, che valorizzano l’intero sistema piuttosto che le singole aziende. Ha proposto una fiscalità di territorio che tenga conto delle opportunità e delle difficoltà delle imprese, favorendo il sostegno alla filiera.

In merito all’attrattiva economica della regione, Richetti ha indicato che l’Emilia-Romagna ha visto l’arrivo di importanti aziende come Lamborghini e Philip Morris, grazie a politiche logistiche, infrastrutturali e fiscali vantaggiose. Ha rimarcato l’importanza di un’occupazione qualificata per attrarre investimenti e imprese di alto livello.

Infine, Richetti ha espresso preoccupazione per la legge di bilancio attuale, che sembra ridurre le risorse per gli enti locali e le regioni, mentre i risultati del Pnrr non soddisfano le aspettative. Ha rilevato che la crescita del Pil è stata rivista al ribasso e ha sottolineato la necessità di utilizzare i fondi europei per investimenti reali, affinché l’Italia non perda terreno nello sviluppo e nell’occupazione di qualità.

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