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sabato, 18 Gennaio, 2025
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Il populismo assedia le istituzioni politiche

La crisi politica in Francia è stata definita come un processo di “italianizzazione”, portando a instabilità e alla rovina della robusta struttura istituzionale creata dal generale De Gaulle per proteggere la Quarta Repubblica. In un solo anno, la Francia ha visto quattro governi, alleanze instabili e un’inasprita incertezza, dando l’impressione che stesse adottando i difetti tipici della politica italiana, come descritto da Mitterrand con il suo “esprit florentine”. Tuttavia, si potrebbe invece sostenere che la politica francese manca della capacità di affrontare le difficoltà politiche, una caratteristica che ha protetto l’Italia da certi eccessi.

Tradizionalmente, la politica italiana è stata vista come un tentativo di imitazione di quella francese, spesso con esiti fallimentari ma sempre riproposta. Negli anni ’50, il gaullismo in Francia portò a una svolta a destra in Italia. Due decenni dopo, la gauche mitterandiana influenzò anche il nostro panorama politico. Oggi, alcuni critici sembrano divertirsi a invertire questa dinamica, descrivendo il caos attuale della politica francese come un’italianizzazione, rivelando somiglianze con il governo Conte 1, un’alleanza improbabile tra grillini e leghisti.

Entrambi i casi rappresentano un consociativismo tra le estreme, alimentato dai malumori sociali aggravati dal populismo. Davanti a questa situazione, sembra non esserci nulla da fare, poiché l’opinione pubblica continua a nutrirsi di queste narrazioni. Rifiutare questa lettura amplifica il loro potere. Questa fase di globalizzazione, in cui ogni problema politico diventa globale, costringe a ripensare le istituzioni e a confrontarsi con un dilemma che ha sempre suscitato opinioni discordanti: rigidità o flessibilità nei sistemi politici.

La Francia gaullista scelse la stabilità dopo le difficoltà della Quarta Repubblica, unendo il “regnare” e il governare. Tuttavia, questa duplicità complica oggi il compito di Macron, rendendo le situazioni francese e italiana diverse. Ritorna così alla mente il dibattito sulle riforme istituzionali in Italia. La crisi attuale è una consociazione degli estremi e segna la fine del “meno peggio”.

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