Durante la prima puntata del nuovo programma di Massimo Giletti, “Lo stato delle cose”, andata in onda il 30 settembre, si è acceso un dibattito significativo con il cantautore Fabrizio Moro. Il tema centrale era lo spaccio di droga nelle aree periferiche delle grandi città. Moro, in collegamento da San Basilio, ha contestato l’idea che le periferie siano automaticamente associate al fenomeno dello spaccio di droga, citando anche il quartiere dei Parioli, noto per la sua ricchezza, e facendo riferimento al Parlamento.
L’accusa di Moro, che ha dichiarato: “C’è più droga in Parlamento”, ha creato tensione durante la diretta. Nonostante Giletti cercasse di mantenere la discussione su toni più moderati, Moro ha continuato a criticare il modo in cui il tema della droga veniva affrontato, sostenendo che la stigmatizzazione mediatica di certe aree non contribuisce alla risoluzione dei problemi reali. Le parole di Moro riflettono il disagio di chi vive in contesti considerati “difficili” e il desiderio di cambiare la narrativa prevalente.
Il cantautore ha sempre espresso un forte disagio riguardo le condizioni di vita in alcuni quartieri di Roma, sottolineando che, invece di concentrarsi solo sul problema della droga, si dovrebbe dare spazio anche a culture e arti, che possono rappresentare una forma di riscatto per i giovani. Durante il confronto, si è evidenziata una chiara divergenza di opinioni: mentre Giletti puntava a una denuncia delle problematiche legate al consumo di stupefacenti, Moro insisteva sull’importanza di evidenziare gli aspetti positivi della vita nei quartieri, come la creatività e le iniziative culturali.
Questo scambio di opinioni ha suscitato interesse e discussione tra il pubblico, diventando uno dei momenti più dibattuti sui social media. Moro ha chiesto maggiore attenzione per la musica e la cultura nei programmi che trattano temi sociali, per presentare una visione più completa e realistica delle realtà locali come quella di San Basilio. La controversia ha portato alla luce la necessità di un cambiamento nella narrazione mediatica riguardante le periferie e le loro vibranti comunità.