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Il nuovo album di Vasco Brondi: "Un lavoro di 3 anni. Le canzoni non sono oggetti di design"


Esce oggi il disco ‘Un segno di vita’ e ad aprile parte da Livorno il tour nei club. Ad accompagnare l’ultimo lavoro del cantautore il “Piccolo manuale di pop impopolare”: un libro di avventure che ruotano attorno alla scrittura e alle registrazioni, tra viaggi, concerti, incontri e riflessioni.

Il nuovo album di Vasco Brondi:

“Le canzoni non sono oggetti di design e quello che manca è la scintilla iniziale”, quella che poi regala l’eternità. I tormentoni e il mainstream, fatto di ascolti e visualizzazioni non fanno parte dell’universo musicale di Vasco Brondi, che oggi esce con il nuovo album ‘Un segno di vita’: “un disco sul quale ho lavorato 3 anni. Per me è inevitabile metterci il tempo che serve”. “Abbiamo tutti interiorizzato un modello economico e sociale come quello delle macchine, dove ci si aspetta di essere produttivi sempre”, spiega Brondi in conferenza stampa rispondendo a chi gli fa notare i ritmi serrati della musica di oggi: “Io non ci riesco: seguo quello che arriva. Si lavora alle canzoni come se fossero oggetti di design, ma è un altro sport che a me non interessa e non sono capace di fare. Tutt’ora non decido che disco fare ma che disco viene”.

“Come diceva Andrea Pazienza – aggiunge Brondi – bisognerebbe essere schiavi della propria arte e non i datori di lavoro del proprio talento”. Dieci canzoni, scelte tra tante (“ne ho scartate almeno 2-3 che prima o poi farò uscire”), che raccontano la contemporaneità segnando un cambiamento rispetto all’ultimo lavoro: “Ci sono due ballate e altre più movimentate esattamente il contrario rispetto al precedente. Per ripartire bisogna allontanarsi dall’ultima cosa e così richiudo un po’ un cerchio”.

Per accompagnare l’ascolto del disco, Vasco Brondi ha scritto il “Piccolo manuale di pop impopolare”, pubblicato con l’album nelle edizioni limitate di vinile e cd: un libro di avventure che ruotano attorno alla scrittura e alle registrazioni, tra viaggi, concerti, incontri, riflessioni. Un vero e proprio romanzo di formazione ma di un disco, un diario di bordo che raccoglie tutto quello che è esondato dalle canzoni. Il manuale non serve a spiegare le canzoni che “si difendono benissimo da sole”, afferma il cantautore che spiega: “svelare il dietro le quinte in un libro e non sui social, dove non mi viene di farlo, mi sembrava più vicino al racconto che faccio ai miei amici, che è un po’ come vedo la mia fanbase: stretta ma forte”.

Vasco Brondi presenterà il suo nuovo album “Un segno di vita” in occasione di un instore tour che partirà da Milano dove il cantautore dialogherà con Carlotta Sanzogni presso Feltrinelli Piazza Piemonte (15 marzo ore 18.30) e proseguirà a Roma con Sandro Veronesi alla Feltrinelli Via Appia Nuova (16 marzo ore 18.00), Firenze con Simona Baldanzi alla Feltrinelli Piazza della Repubblica (17 marzo ore 16.30), Torino con Max Casacci presso il Circolo dei Lettori (18 marzo ore 21.00), Bologna con Lodo Guenzi presso la Galleria Acquaderni (19 marzo ore 18.00), Verona con Nicolò Vincenzi alla Feltrinelli Via IV Spade (20 marzo ore 18.30) e infine a Ferrara con Martino Gozzi presso la Sala Estense (21 marzo ore 19.00).

Con otto date già sold out, Vasco Brondi questa primavera sarà in tour nei club con “Un segno di vita”: il cantautore è infatti atteso 5 aprile a Livorno (The Cage – sold out), l’11 aprile a Roncade (New Age – sold out), il 12 aprile a Bologna (Estragon – sold out), il 14 aprile a Milano (Magazzini Generali – sold out), il 16 e il 17 aprile a Roma (Largo Venue – sold out), il 18 aprile a Napoli (Duel Club), il 19 aprile a Cosenza (Unical), il 24 aprile a Senigallia (Mamamia), il 26 aprile a Perugia (Urban), il 4 maggio a Bologna per una seconda data (Estragon), il 7 maggio a Torino (Hiroshima – sold out) e, infine, l’8 maggio (sold out) e il 9 maggio a Milano (Magazzini Generali).

“Mi trasformo da topo da biblioteca a cantante in tour. Adesso ho molta voglia di suonare e questo disco si presta molto. Non vedo l’ora“, afferma Brondi che conclude: “la musica ha una forza incredibile. Anche in questi tempi, dove l’andazzo in generale è di espandere la musica in maniera orizzontale, a me viene di pensarla in una traiettoria verticale per andare in profondità rispetto ai numeri e i concerti hanno questo potere”.

di Loredana Errico


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