Il governo italiano ha annunciato l’intenzione di intraprendere azioni legali contro coloro che lo hanno accusato di spiatura nei confronti dei giornalisti. Durante un intervento alla Camera, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha sottolineato che il governo non ha mai spiato giornalisti, affermando invece di averli “portati in salvo”. Ciriani ha risposto a interrogazioni del Pd e del Movimento 5 Stelle riguardo alle iniziative del governo a tutela della libertà di comunicazione, in particolare in relazione all’uso di software spia ai danni di giornalisti e attivisti.
Il ministro ha spiegato che i servizi segreti italiani, come quelli di altre nazioni, utilizzano strumenti forniti da aziende specializzate, come Paragon Solutions, per combattere il terrorismo e la criminalità, sostenendo che tali operazioni sono eseguite nel rispetto della Costituzione e delle leggi italiane, in particolare della legge 124 del 2007, che tutela i giornalisti. Inoltre, ha assicurato che tutti i sistemi operativi per la sicurezza nazionale sono pienamente funzionanti e nessun contratto con l’intelligence è stato rescisso.
Ciriani ha evidenziato anche la disponibilità del governo ad aggiornare la legislazione esistente se necessario, mentre l’autorità giudiziaria è responsabile per l’accertamento delle vulnerabilità sollevate. Ha confermato che il direttore dell’Aise ha già fornito chiarimenti al Copasir, e ulteriori audizioni saranno disponibili nelle prossime settimane se richieste.