Una felce di dimensioni ridotte ha recentemente stabilito il record per il genoma più grande conosciuto, come riportato dai ricercatori il 31 maggio su iScience. Questo genoma è oltre 50 volte più grande di quello umano e circa il 7% più grande del precedente detentore del record, un fiore giapponese chiamato Paris japonica.
La Tmesipteris oblanceolata, una specie di felce trovata nelle isole della Nuova Caledonia, ha un genoma di 160 miliardi di basi nucleotidiche. Questa felce cresce principalmente su piante di foresta più grandi e raggiunge una lunghezza massima di soli 15 centimetri. Il genoma della T. oblanceolata è stato misurato isolando i nuclei delle sue cellule fogliari e colorando il DNA con un colorante fluorescente, confrontando poi la fluorescenza con quella di piante più piccoli.
Jaume Pellicer, un biologo evoluzionista del Botanical Institute di Barcellona, e il suo team hanno scoperto che mantenere un genoma di tali dimensioni richiede un’enorme quantità di energia, complicando i processi cellulari ogni volta che una cellula si divide (nel frattempo quello umano è stato scoperto al 100% solo di recente).
Le piante possono ingrandire drasticamente i loro genomi ereditando copie extra di interi cromosomi o accumulando lunghe sezioni di sequenze ripetitive di DNA. L’analisi dettagliata della T. oblanceolata potrebbe rivelare di più su questi processi.
Liming Cai, scienziato dell’Università del Texas ad Austin, ipotizza che alcune piante, come questa felce, possano avere una storia di colli di bottiglia genetici ripetuti, con conseguente accumulo di mutazioni deleterie e DNA non funzionale. Studiare queste estremità genetiche potrebbe aiutare a capire come e perché si evolvono situazioni simili.
A proposito, recentemente abbiamo scoperto nuove informazioni sul DNA dei mammot.