Il Camu-Camu, un frutto esotico originario delle foreste pluviali amazzoniche, al centro di uno studio clinico condotto dall’Université Laval di Quebec. Conosciuta soprattutto per la sua elevata concentrazione di vitamina C, questa bacca è ora sotto i riflettori per i suoi potenziali benefici nella lotta contro una condizione che colpisce milioni di persone in tutto il mondo: la steatosi epatica o NAFLD, sigla che in inglese siginifa “fegato grasso per causa non alcolica”
Conosciamo il Camu-Camu
Il Camu-Camu (Myrciaria dubia) è un frutto che cresce spontaneamente nelle regioni umide e alluvionali della foresta amazzonica, principalmente in Perù e Brasile. Si presenta come una piccola bacca rossa o viola, simile a una ciliegia, ma con un sapore estremamente acido. La sua polpa è ricca di vitamina C, tanto che ne contiene 30-60 volte più di un’arancia.
Inoltre è concentrato di antiossidanti, in particolare polifenoli, e altri nutrienti come potassio, calcio, proteine e amminoacidi essenziali. La presenza di composti bioattivi lo rende pertanto un potente alleato per la salute, con effetti antinfiammatori, antiossidanti e immunomodulanti.
Ma c’è di più.
Il Camu-Camu contro la malattia del fegato grasso non alcolica
Uno studio condotto dall’Université canadese Laval ha esaminato l’efficacia dell’estratto di camu-camu nel ridurre i livelli di grasso nel fegato in individui affetti da NAFDL. Parliamo di una condizione in cui il grasso si accumula nel fegato in persone che non consumano alcol in quantità eccessive, ed è strettamente associata all’obesità e al diabete di tipo 2. Questo disturbo, se non trattato, può portare a complicazioni gravi come la steatoepatite non alcolica (NASH), cirrosi e persino cancro al fegato.
La ricerca ha coinvolto trenta partecipanti, suddivisi in due gruppi. Il primo uno ha assunto un estratto di camu-camu, mentre l’altro ha ricevuto un placebo. Nel corso di dodici settimane, i ricercatori hanno monitorato i livelli di grasso nel fegato dei partecipanti attraverso risonanza magnetica (MRI). I risultati sono stati sorprendenti. I partecipanti che hanno assunto l’estratto del frutto tropicale hanno mostrato una riduzione del 7,43% dei lipidi epatici, mentre coloro che hanno ricevuto il placebo hanno sperimentato un aumento dell’8,42%.
«Questa è una differenza significativa del 15,85%». A dichiararlo, André Marette, ricercatore dell’Institut universitaire de cardiologie et de pneumologie dell’IUCPQ, che ha guidato lo studio.
Il ruolo dei polifenoli e del microbiota intestinale
Il successo del camu-camu nel ridurre il grasso epatico sembra essere legato ai suoi polifenoli.
Parliamo cioè di composti che aiutano a mantenere un equilibrio sano neltratto digestivo e alla loro interazione con il microbiota intestinale. «Il microbiota metabolizza le grandi molecole di polifenolo che non possono essere assorbite dall’intestino, trasformandole in molecole più piccole che il corpo può assimilare per ridurre il grasso epatico», spiega lo studioso. Questo processo potrebbe spiegare perché la bacca rossa è così efficace nel contrastare la NAFLD.
In pratica, il team ha individuato due meccanismi principali attraverso i quali questi polifenoli agiscono. «Potrebbero ridurre la lipogenesi, cioè la formazione di goccioline lipidiche nel fegato. Potrebbero anche stimolare la degradazione lipidica per ossidazione». La combinazione di questi due effetti sembra essere alla base dell’efficacia dell’estratto di camu-camu.
Variabilità nelle risposte
Nonostante i risultati promettenti, i ricercatori hanno osservato una variabilità significativa nelle risposte al trattamento con camu-camu tra i partecipanti. Marette suggerisce quindi che il microbiota intestinale iniziale di ciascun individuo potrebbe giocare un ruolo chiave in questo contesto. «Ipotizziamo che il microbiota intestinale iniziale influenzi la risposta ai polifenoli. Se troviamo i fattori coinvolti, potremmo essere in grado di modificarlo e aumentare l’efficacia dell’estratto».
Inoltre, sebbene il camu-camu sia facilmente reperibile in forma di capsule, Marette avverte sull’importanza di controllare la qualità e il contenuto di polifenoli di questi integratori.
Non tutti i prodotti sul mercato sono infatti equivalenti.
Prospettive future
Lo studio pubblicato su Cell Reports Medicine rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dei benefici del camu-camu per la salute del fegato, in particolare nella prevenzione e trattamento della NAFLD. Tuttavia, come sottolinea Marette, sono necessari ulteriori studi per comprendere appieno il potenziale di questo frutto e per ottimizzare le sue applicazioni terapeutiche.
In futuro, i ricercatori sperano di esplorare l’effetto sinergico della combinazione della bacca con altri frutti ricchi di polifenoli, come i mirtilli rossi, per potenziare ulteriormente i benefici per la salute epatica.
Fonti
André Marette et al. “Camu-camu diminuisce la steatosi epatica e i marcatori di danno epatico in individui in sovrappeso e ipertrigliceridemici: uno studio crossover randomizzato,” Cell Reports Medicine (2024).