Negli ultimi giorni, X (ex Twitter) è stato invaso da un curioso trend che ha visto l’ex Presidente americano Donald Trump diventare protagonista di numerosi meme. Questi meme mostrano Trump intento a salvare animali domestici come cani, gatti e anatre, in reazione a una fake news riguardante presunti comportamenti violenti di immigrati haitiani, accusati di mangiare animali di proprietà dei cittadini.
Questo scenario si è sviluppato in un periodo di intensa campagna elettorale, durante il quale notizie false mai verificate hanno iniziato a emergere, creando confusione e pregiudizi. La controversia è iniziata con la segnalazione di un presunto caso di una donna che avrebbe ucciso un gatto, il quale è stato poi utilizzato come pretesto per insinuare a carattere razzista che gli haitiani stessero compiendo tali atti. Charlie Kirk, un attivista e sostenitore di Trump, ha amplificato questa narrazione, affermando che gli haitiani rapirebbero e mangerebbero gatti.
Queste affermazioni infondate si sono diffuse rapidamente su X, evidenziando la scarsa moderazione della piattaforma riguardo a notizie false. In risposta all’ondata di indignazione, i sostenitori di Trump hanno creato meme che ritraggono l’ex Presidente come un eroe che salva gli animali da minacce presunte. Anche Elon Musk ha contribuito a diffondere il sentimento, ritwittando uno di questi post e confermando la narrazione.
La situazione ha sollevato interrogativi sulla facilità con cui le notizie false e le immagini manipolate possono attraversare i social media e influenzare l’opinione pubblica. Questo fenomeno di disinformazione, in un contesto politico già teso, exacerba la confusione in un paese che si avvicina alle elezioni. I meme hanno generato preoccupazione tra molti cittadini, che ora credono che i loro animali siano in pericolo e che solamente l’elezione di Trump possa garantire la loro protezione.
Il problema della disinformazione su X è diventato significativo e preoccupante, capace di influenzare pesantemente il panorama politico. Non si tratta solo di una crisi locale, ma di un fenomeno globale che potrebbe minacciare la stabilità delle nazioni e disorientare ulteriormente l’opinione pubblica, soprattutto coloro che si fidano ciecamente delle informazioni trovate online.