8.8 C
Roma
sabato, 8 Febbraio, 2025
HomeSaluteIl condizionamento che modella il nostro apprendimento

Il condizionamento che modella il nostro apprendimento

Nel cervello, le forze contrapposte influenzano i processi di apprendimento e le reazioni agli stimoli esterni. Due meccanismi fondamentali, il condizionamento classico e quello operante, sono stati teorizzati rispettivamente da Pavlov e Skinner. Una ricerca dell’Università di Tel Aviv, pubblicata su Science Advances, ha rivelato che non operano in sinergia, ma si confrontano per prevalere. Questo studio sui moscerini della frutta potrebbe ridefinire la comprensione dei meccanismi cognitivi e delle disfunzioni legate all’apprendimento.

Il condizionamento classico, esplorato da Pavlov, è un esempio di apprendimento associativo. Si basa sull’associazione tra uno stimolo neutro e uno incondizionato, come il suono di una campana e il cibo, creando una risposta condizionata automatica. In contrasto, il condizionamento operante, teorizzato da Skinner, è un processo dinamico: il comportamento è modulato dalle conseguenze, attraverso rinforzi e punizioni, richiedendo una partecipazione attiva e cosciente.

Per anni si è pensato che i due condizionamenti potessero coesistere e rafforzarsi a vicenda. Tuttavia, la nuova ricerca suggerisce che, attivandosi contemporaneamente, creano competizione neurale, impedendo l’elaborazione congiunta. Quando si attivano entrambi, il cervello seleziona solo uno dei due sistemi, escludendo l’altro, per concentrarsi sulla modalità più utile al momento.

Lo studio, condotto da Moshe Parnas e Eyal Rozenfeld, ha addestrato moscerini della frutta ad associare uno stimolo olfattivo a una scossa elettrica, evidenziando che gli insetti tendevano a “congelarsi” alla percezione dell’odore. Contemporaneamente, nel condizionamento operante, avrebbero dovuto fuggire. Tuttavia, quando entrambi i comportamenti venivano insegnati simultaneamente, i moscerini non hanno mostrato risposte chiare.

Questa incapacità di elaborare risposte contrastanti suggerisce che il cervello inibisce la formazione simultanea di ricordi divergenti, privilegiando uno dei due percorsi in base alle condizioni ambientali. Parnas descrive questo fenomeno come un “tiro alla fune mentale”, in cui il cervello si concentra su un tipo di apprendimento, bloccando l’altro.

Le implicazioni cliniche di questa scoperta potrebbero essere significative, offrendo nuove prospettive per disturbi dell’apprendimento e condizioni neurodegenerative. Comprendere i circuiti neurali implicati nella scelta del sistema di apprendimento potrebbe portare a terapie innovative e strategie personalizzate per migliorare memoria e capacità di apprendimento.

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

PIÙ POPOLARI