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venerdì – 18 Luglio 2025

Il caldo estremo e le perdite economiche in crescita

Le recenti ondate di calore stanno attirando l’attenzione di diversi settori economici, evidenziando le sfide legate alla produttività e alla crescita. Gli effetti deleteri delle temperature estreme sull’economia globale sono diventati un tema cruciale, specialmente in un contesto di incertezze geopolitiche e commerciali.

Secondo il Copernicus Climate Change Service, il 2024 ha segnato un record come l’anno più caldo mai registrato, e le temperature elevate continuano a rappresentare una minaccia per la forza lavoro. Uno studio di Allianz Trade sottolinea come le alte temperature possano ridurre significativamente la produttività lavorativa. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che a livello globale si possa assistere a una perdita del 2,2% delle ore lavorative potenziali, equivalente a circa 80 milioni di posti di lavoro a tempo pieno.

Nel 2021, le ore lavorative perdute ammontavano a 470 miliardi, con un incremento del 37% rispetto alla media degli anni ’90. I lavoratori dei paesi in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili, poiché mostravano una minor capacità di lavorare in condizioni di calore estremo. La capacità di svolgere attività fisiche diminuisce drasticamente con l’aumento delle temperature; a 32°C si riduce del 40%, a 38°C anche due terzi.

Per il 2025, si prevede una contrazione del PIL europeo dello 0,5% e globale dello 0,6%. In Italia, la perdita attesa è del 1,2%, mentre Francia e Germania subiranno un calo dello 0,3% e dello 0,1% rispettivamente.

Allianz avverte che le ondate di calore stanno diventando la “nuova normalità”, e sebbene gli impatti a breve termine possano essere gestibili, le perdite a lungo termine richiedono una preparazione adeguata, poiché questi eventi climatici possono essere previsti.

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