Tutto comincia oggi con “Nomadland” di Jessica Bruder, edito nel 2020 da @edizioniclichy, ora riproposto nella collana “Oscar Cult”. Un libro che, alla sua apparizione, ha suscitato vasta eco in Italia, anche grazie al film di Chloé Zhao, con Premio Oscar 2021 quale miglior film, miglior regia e migliore attrice, e Leone d’Oro a Venezia nello stesso anno.
Nomadland è frutto di una avventurosa ricerca sul campo: per raccontare le nuove tribù nomadi dell’America di oggi, l’autrice ha percorso il Paese in lungo e in largo col suo furgone. E ci racconta che nel Paese più ricco del mondo, costrette a scegliere se pagare l’affitto o mettere cibo in tavola, sempre più persone abbandonano la vita sedentaria e migrano a caccia di un lavoro precario, spesso prive di sicurezze sociali e sanitarie, con mezzi di trasporto di fortuna che diventano abitazioni mobili.
Un reportage di strettissima attualità, un esempio brillante di narrative non fiction, di quel giornalismo di racconto e di denuncia che è una delle modalità più interessanti della recente produzione e che si inscrive, come sottolineano gli editori di Clichy, Tommaso Gurrieri e Franziska Peltenburg-Brechneff, nella più schietta tradizione della letteratura americana – tra il giornalismo di denuncia di Jack London, l’epica della strada di Kerouac e le migrazioni per fame raccontate da John Steinbeck in Furore.