‘Vieni al lavoro con me?’: cosa sapere sul cane in ufficio e come trascorrere con lui ore piacevoli ma produttive, senza rimproveri. In Italia, alcune aziende hanno iniziato ad accogliere i cani in ufficio, riconoscendo i benefici che possono portare non solo ai padroni, ma anche ai colleghi. L’iniziativa “Take Your Dog To Work Day”, creata in Inghilterra negli anni ’90, dimostra come la presenza di un animale possa migliorare il benessere sul posto di lavoro. Studi suggeriscono che avere un cane accanto possa aumentare la produttività del 22%, riducendo al contempo l’ansia dei proprietari, i quali si preoccupano di cosa faccia il loro animale a casa.
Molte aziende, come il OneDay Group, hanno implementato politiche “Pet Friendly” anche nei periodi di crisi, permettendo ai dipendenti di portare i propri animali in ufficio. Questa pratica ha reso l’ambiente lavorativo più sereno e produttivo, trasformando una misura temporanea in una consuetudine. Ci sono però alcune regole da seguire: i cani devono essere vaccinati, avere una polizza assicurativa e stare al guinzaglio.
In Italia non esiste una legge nazionale che vieti la presenza di cani in ufficio, a meno che non ci siano regolamenti aziendali specifici. Tuttavia, in luoghi come gli ospedali, la loro presenza è limitata e può avvenire solo in contesti di pet therapy. Prima di portare il cane in ufficio, è fondamentale informarsi sulle normative interne. È importante che il cane sia tenuto al guinzaglio e che possa restare vicino alla scrivania o in una Pet Room.
Le condizioni per portare il cane in ufficio includono: garantire che nessuno abbia paura dell’animale, che la sua presenza non disturbi i colleghi, che il cane conosca i comandi di base e che possa socializzare pacificamente con altri cani. Se tutte le condizioni sono soddisfatte, è utile portare accessori per rendere l’ambiente più confortevole per il cane, come giochi, ciotole, kit per i bisogni e snack. Così facendo, si può favorire un’atmosfera di lavoro più positiva e accogliente per tutti.