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sabato, 7 Dicembre, 2024
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HIV, l’epidemia dimenticata: 2000 nuove diagnosi ogni anno

Il libro bianco “HIV. Le parole per tornare a parlarne” è stato presentato a Roma durante l’evento “HIV. Dalle parole alle azioni. Insieme per porre fine all’epidemia.” Il documento evidenzia come l’HIV sia un’epidemia dimenticata, con una mancanza di informazione sulle strategie di prevenzione e sui servizi di profilassi pre-esposizione (PrEP). Solo il 43,5% degli italiani conosce i checkpoint dove sono disponibili questi servizi, e il 56,5% non è a conoscenza della loro esistenza.

I dati rivelati durante l’evento mostrano una comprensione errata delle modalità di trasmissione dell’HIV: il 14,5% degli italiani crede sia sufficiente un bacio per contrarre il virus, mentre altri vedono rischi in situazioni comuni, come l’uso di bagni in comune o il contatto con zanzare. Tuttavia, il 57,3% afferma di essere informato sull’HIV, ma solo il 10,6% sente di avere una conoscenza approfondita. Di conseguenza, il 63% si considera a rischio “nullo” e soltanto il 29,3% si sottopone a test.

Ogni anno, oltre 2000 nuove infezioni vengono diagnosticate in Italia, la maggior parte delle quali in fase avanzata, evidenziando la necessità di intensificare i messaggi di prevenzione. Si stimano ancora più di 10.000 persone ignare di avere il virus. È essenziale promuovere una cultura della percezione del rischio, aumentando l’uso di strumenti di prevenzione come il test dell’HIV e i profilattici.

Un altro tema importante è lo stigma associato all’HIV. La conoscenza del concetto U=U (Undetectable=Untransmittable), che indica che le persone con carica virale non rilevabile non possono trasmettere il virus, è limitata al 22,9% della popolazione. Combattere questo stigma attraverso una corretta informazione è fondamentale per migliorare la consapevolezza e l’aderenza alle terapie.

I checkpoint, gestiti dalla comunità per la comunità, offrono supporto e servizi vitali a chi non avrebbe altrimenti accesso al sistema sanitario. Questi luoghi si distinguono per un approccio orizzontale che facilita il dialogo tra operatori e utenti.

Infine, una diagnosi tempestiva e la corretta adesione alle terapie possono garantire alle persone con HIV una qualità di vita simile a chi non ha il virus, richiedendo un approccio multidisciplinare e personalizzato, che comprenda aspetti sociali e psicologici.

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