Decine di studenti dei licei, dal “Manzoni” al “Marconi”, hanno avuto oggi l’opportunità di fare un incontro davvero eccezionale: la sala conferenze di Palazzo Reale Milano ha accolto la fisica francese Hélène Langevin-Joliot, nipote di Pierre e Marie Curie. ”La Scienza e la Pace -ha detto- sono due elementi indispensabili per rispondere alla grande sfida che costituisce oggi una transizione ecologica sempre più urgente nel mondo intero”. L’obiettivo di questo evento unico, organizzato da Fondazione Bracco in collaborazione con il Comune di Milano, è stato far innamorare i giovani della scienza, grazie a una testimonianza da cui trarre ispirazione. La famiglia Curie-Joliot ha ricevuto infatti ben sei Premi Nobel, cinque per la Scienza e uno per la Pace.
L’importanza di questo evento è stata sottolineata dall’intervento del Console Generale di Francia a Milano S.E. Monsieur François Revardeaux, e dal contributo che il Ministro dell’Istruzione e del Merito Italiano Giuseppe Valditara ha inviato da Roma: “Le iniziative come quella odierna”, ha detto il Ministro, “rappresentano un contributo importante per la formazione e l’orientamento in quanto i modelli virtuosi sono indispensabili per poter fare delle scelte consapevoli per il futuro. Le carriere Stem hanno bisogno di un incremento della presenza delle donne superando stereotipi ormai obsoleti”.
Diana Bracco alle più giovani: ‘Non accettate mai il pregiudizio donne meno adatte a studi tecnico-scientifici e relative professioni’
Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco, ha lanciato un appello alle più giovani: “Non accettate mai il pregiudizio che vorrebbe le donne meno adatte agli studi tecnico-scientifici e alle relative professioni. Conquistatevi il vostro ruolo nella società con fiducia, coraggio, tenacia e generosità. Del resto, sono profondamente convinta che in tutto il mondo le donne siano un motore di progresso e di pace. La famiglia di Hélène è la prova concreta che le donne sanno essere formidabili, nella scienza come nella vita”, ha aggiunto Diana Bracco, “Non solo la nonna di Hélène Langevin-Joliot Curie, ma anche la madre Irène Joliot-Curie vinse con il marito un Nobel per la chimica. Marie Curie è una figura di scienziata e di donna esemplare, un’eroina a cui tante giovani ricercatrici possono ispirarsi, e che per me è stato un punto di riferimento. Due volte vincitrice del premio Nobel, scienziata tenace e generosa, Marie Curie ha fatto diventare la radiologia e l’imaging diagnostico una branca essenziale della ricerca medica. Un settore delle Scienze della Vita tecnologicamente avanzatissimo che aiuta milioni di persone attraverso la prevenzione, e nel quale la nostra azienda, nata nel 1927, è riuscita a diventare leader globale con oltre 3600 dipendenti e un fatturato di 1,7 miliardi di euro”.
“La testimonianza di Hélène Langevin Joliot, nipote di Pierre e Marie Curie, sarà per ragazze e ragazzi un’occasione preziosa per conoscere la storia di una donna di grande talento e passione per la scienza”, ha dichiarato la Vicesindaco e assessore all’Istruzione Anna Scavuzzo. “Ringrazio la Fondazione Bracco che ha reso possibile questo incontro, rinnovando ancora una volta l’impegno per la promozione della cultura scientifica, dello studio delle materie STEM, del protagonismo anche femminile nell’ambito della scienza e della ricerca. Poter coinvolgere studenti e studentesse in incontri e testimonianze permette loro di vivere esperienze che siano di ispirazione e che aprano nuovi orizzonti per il loro futuro, al di là di stereotipi che vanno superati anche grazie a iniziative come questa”.
Iniziativa Fondazione Bracco per incentivare le carriere scientifiche delle giovani
Langevin-Joliot fa parte di una famiglia eccezionale. I suoi nonni materni erano Marie e Pierre Curie, famosi per i loro studi sulla radioattività, per i quali vinsero un Premio Nobel per la fisica (con Antoine Henri Becquerel) nel 1903. Marie Curie fu anche la prima persona a vincere il Premio Nobel in due differenti campi, avendone vinto un secondo per chimica nel 1911 con le sue scoperte del radio e del polonio. Allo stesso modo, i genitori di Hélène – Irène Curie e Frédérique Joliot – vinsero un Premio Nobel per la chimica nel 1935 per la loro scoperta della radioattività artificiale, e in seguito furono tra i fondatori del Centro Nazionale delle Ricerche francese, il CNRS. Da ultimo, Eve Curie, la secondogenita di Marie e Pierre, zia di Hélène, fu una delle prime donne in diplomazia, e il suo lavoro per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Infanzia le è valso il premio Nobel per la Pace nel 1965 (insieme con l’UNICEF).
Hélène decide fin da bambina di essere una fisica come i nonni, iniziando i suoi primi esperimenti insieme alla mitica Marie. E oggi torna in Italia, esattamente 105 anni dopo la nonna, che visitò il nostro Paese per la prima volta nel 1918. Fondazione Bracco ha organizzato quest’iniziativa che rientra nelle proposte sostenute per incentivare le carriere scientifiche delle giovani e dei giovani e far conoscere una storia familiare di straordinario interesse per i valori etici e sociali che si accompagnano alle professioni STEM.
All’evento moderato da Paola Antolini, Antropologa, Università Internazionale della Pace delle Nazioni Unite sono intervenuti anche: Yves Langevin, Planetologo, Istituto d’Astrofisica Spaziale, IAS, Orsay-Paris, Francia; Alessandra Guglielmetti, Università degli Studi di Milano; Maddalena Collini, Università degli Studi di Milano-Bicocca e Patrizia Caraveo, Astrofisica, #100esperte STEM e Dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, INAF.
Al termine dell’incontro, che è stato seguito in streaming da centinaia di studenti e ricercatori, è stato messo a dimora nel Cortile di Palazzo Reale un cespuglio di rose Marie Curie (a cura di Orticola), con una targa celebrativa.