Un’inchiesta della DDA di Milano ha svelato una rete di hacker coinvolta nel furto di dati di personalità pubbliche. Tra i nomi coinvolti ci sono Ignazio La Russa, presidente del Senato, il suo figlio Geronimo e Matteo Renzi, fondatore di Italia Viva. Enrico Pazzali, presidente di Fiera Milano e socio di maggioranza dell’agenzia investigativa Equalize, è accusato di aver commissionato dossier su questi soggetti. La Russa ha dichiarato di essere “stupito” e “disgustato” da tali pratiche. Secondo le intercettazioni, il furto di dati è servito a creare dossier dettagliati su politici e leader, con il fine di rivenderli a clienti nel settore privato.
Le operazioni di dossieraggio avrebbero avuto inizio nel maggio 2023, quando Pazzali avrebbe richiesto un report su La Russa e suo figlio. Le intercettazioni hanno rivelato conversazioni tra gli arrestati, tra cui Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci, in cui si discuteva di come eludere i sistemi di sicurezza per spiare i politici. Gallo, ex poliziotto, ha mostrato preoccupazione per il rischio di essere scoperto ma ha ricevuto rassicurazioni sul fatto che fosse stato trovato un metodo per ingannare il sistema.
Pazzali è considerato un uomo vicino al centrodestra, ed è anche stato accennato come potenziale candidato a sindaco di Milano. La reazione di La Russa ha sottolineato la sua incredulità rispetto all’accaduto, evidenziando l’impatto sui suoi familiari, mentre Renzi ha denunciato nuovamente le pratiche di spionaggio che riguardano il proprio nome. Ha sottolineato come questa situazione evidenzi una vulnerabilità nei confronti della violazione della privacy, sostenendo che tali azioni dovrebbero essere considerate reati gravi.
La questione ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei dati e sui rischi legati al monitoraggio di figure pubbliche. L’analisi dell’incidente ha confermato come la violazione della privacy non debba essere trattata come un diritto di cronaca, ma piuttosto come un crimine serio. Questo scandalo complica ulteriormente il panorama politico e legale in Italia, gettando luce sulla necessità di normare meglio la protezione dei dati personali e delle comunicazioni riservate.