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domenica, 22 Giugno, 2025
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Governo italiano accusato alla Corte penale internazionale per la mancata indagine sul caso Almasri

La denuncia contro il governo italiano riguardante il caso Almasri è stata presentata alla Corte penale internazionale dell’Aia, accusando rappresentanti dell’esecutivo di aver ostacolato la giustizia in violazione dello Statuto di Roma. Nonostante le accuse mosse a Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, la Corte ha comunicato che non ci saranno indagini, specificando che la denuncia è solo una delle tante ricevute e priva di elementi sufficienti per procedere.

Il caso trae origine dal mancato arresto del generale libico Almasri durante la sua permanenza in Italia. Secondo i legali di un rifugiato sudanese, Meloni, Nordio e Piantedosi avrebbero abusato dei loro poteri per evitare la consegna del generale, violando l’articolo 70 dello Statuto. Nonostante la denuncia sia stata inviata al presidente del Tribunale internazionale, la Corte ha ritenuto che non ci siano elementi per un’azione legale concreta.

A livello nazionale, la Procura di Roma ha iscritto Meloni, Nordio e Piantedosi nel registro degli indagati per favoreggiamento e peculato correlato al rimpatrio di Almasri. Il governo ha definito questa indagine come un atto dovuto, contestando le accuse. Le opposizioni, guidate da Elly Schlein, hanno attaccato duramente l’esecutivo, chiedendo spiegazioni e accusando il governo di sottrarsi alle proprie responsabilità. Anche Giuseppe Conte del M5S ha criticato duramente l’operato del governo, che intanto ha difeso le proprie azioni, evidenziando l’importanza del rispetto delle norme giuridiche internazionali. L’attenzione si sposterà ora al Parlamento europeo, dove sono previsti ulteriori chiarimenti sulla questione.

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