‘Una rete territoriale efficace evita accessi e ricoveri inappropriati’
“Partendo dalle buone pratiche cliniche possiamo migliorare il sistema sanitario. Come società scientifica abbiamo prodotto vari documenti per fornire strumenti per riorganizzare il Servizio sanitario nazionale. Certo, potremmo dire che il problema è la mancanza le risorse economiche, il numero dei posti letto, che è insufficiente, ma siamo convinti che la questione riguardi assolutamente una revisione organizzativa non solo delle strutture ospedaliere e della funzione del territorio. Il problema è soprattutto nella mancata correlazione, integrazione del sistema territoriale col sistema ospedaliero”. Lo ha detto Antonino Giarratano, presidente della Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva), in occasione dell’evento Adnkronos Q&A ‘Salute e sanità, una sfida condivisa’ che si è svolto a Roma.
“Serve un modello organizzativo efficace che sviluppa sul territorio una rete che evita i ricoveri inappropriati – continua Giarratano – In questo momento noi abbiamo accessi al pronto soccorso e dei ricoveri che vengono definiti inappropriati o incongrui, che sono molto spesso correlati anche alle lista d’attesa. La colpa non è sicuramente del cittadino: il cittadino non trova risposta sul territorio” e si rivolge al pronto soccorso. “Non voglio assolutamente accusare la medicina territoriale – precisa il presidente Siaarti – ma è chiaro che c’è un problema enorme sul modello organizzativo della medicina generale e sul modello organizzativo della medicina territoriale”. A tale proposito, “le Case di comunità e gli Ospedali di comunità avranno un ruolo e una funzione determinante solo se saranno strutture riempite da quel personale che in questo momento sicuramente manca sia a livello medico che infermieristico”.
Nello specifico, “il sistema dell’emergenza urgenza è un modello. In questo momento, se ho un dolore o un aumento della temperatura e sono un soggetto anziano, chiamo il 118” e “arrivo al pronto soccorso, non c’è alternativa”, e così nasce il “sovraffollamento del pronto soccorso. I nostri dati – evidenzia Giarratano – dicono che dal 25% al 35% degli accessi sono inappropriati e potrebbero essere curati sul territorio. E’ chiaro che la riforma del sistema dell’emergenza urgenza e soprattutto il sistema dell’emergenza” è centrale, “ma – conclude – è importante che non sia con un modello organizzativo diverso in ogni regione”.