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venerdì, 18 Aprile, 2025
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Garlasco, c’è un motivo per cui Stasi non ha chiesto la revisione

Il delitto di Chiara Poggi, assassinata a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a destare polemiche e discussioni. Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per il suo omicidio, attende nel carcere di Bollate la fine della sua pena, poiché mancano prove nuove che possano portare alla revisione del processo. Recenti indagini su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, non cambiano la situazione, in quanto le regole del codice di procedura penale richiedono evidenze aggiuntive per riaprire un caso già chiuso dalla Cassazione. La situazione ricorda eventi passati in cui indagini simili non portarono a nuovi sviluppi.

Nel 2017, la Corte d’Appello di Brescia rigettò un’istanza di revisione avanzata dalla difesa di Stasi, che non aveva presentato una richiesta formale ma aveva depositato risultati di indagini difensive, tra cui il Dna di Sempio compatibile con quello trovato sulle unghie di Chiara. La Procura di Milano rimandò gli atti alla Procura di Pavia, che archiviò il caso ritenendo credibile l’alibi di Sempio e assente qualsiasi prova che potesse collegarlo al luogo del delitto. Attualmente, la difesa di Stasi sta proponendo nuove consulenze sul Dna e sul numero di scarpe, ritenuto compatibile con Stasi ma non con Sempio. Queste nuove indagini non sembrano, però, sufficienti a riaprire il processo, che secondo la Corte europea dei Diritti dell’Uomo è stato equo. Stasi rimane quindi in attesa della scadenza della sua pena senza concrete prospettive di revisione.

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