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Il Friuli Venezia Giulia è un pioniere nel mondo dell’Internet of Things e iperconnessioni. Ne è convinto Alessandro Magnino, Global Expertise, Healthcare e Public Sector Sales Director di Vodafone Business.

“Alcune delle prime realizzazioni che riguardano l’IoT, ovvero la possibilità di connettere gli oggetti – ha spiegato – le abbiamo fatte alcuni anni fa proprio all’interno di questa Regione, con alcune grandi aziende che hanno deciso di sperimentare assieme a noi questa tecnologia, che dà la possibilità di collegare gli oggetti, ma soprattutto di consentire un riverbero nell’ambito dei processi di business”.

“Collegando gli oggetti è possibile, per esempio, rendere più efficienti i processi per la gestione di macchinari, ma anche per collegare sensori per raccogliere informazioni. Pensiamo al monitoraggio del traffico oppure pensiamo ai sensori per il monitoraggio ambientale e quindi, come dire, per semplificare e migliorare anche la qualità della vita dei cittadini e la qualità dei processi aziendali”.

“Gli investimenti più importanti e l’evoluzione che riguarda l’IoT passano sicuramente attraverso il 5G, che rappresenta la rete di
nuova generazione su cui continuiamo ad investire, anche perché il 5G ha una grande caratteristica, che è quella di essere una
rete più capacitiva, cioè consentirà a regime di collegare fino a 1 milione di oggetti per chilometro quadrato“.

“Pensando allo sviluppo dell’Internet delle cose spesso si parla di 5G solo con riferimento all’aumento della velocità, che è certamente una delle caratteristiche di questa nuova tecnologia, si parla meno invece della possibilità di collegare più oggetti e questo è un aspetto molto significativo. La terza caratteristica è la bassa latenza: ci sono alcune applicazioni industriali che vanno dal comparto medico al comparto automotive che possono proprio sfruttare la bassa latenza per abilitare i casi d’uso che prima non si potevano creare”.

A livello infrastrutturale esiste una sinergia fra la fibra ottica ed il 5G. “Se n’è parlato anche oggi durante il convegno. . ricprda il manager di Vodafone Business – Dobbiamo sempre pensare a come è costruita quindi una rete radiomobile: oltre alla parte più visibile, le antenne, quelle che noi chiamiamo stazioni radio base che si vedono lungo il territorio e che poi hanno gli apparati che consentono di erogare il servizio radio, c’è un backbone, che è la dorsale su cui poi queste antenne sono collegate. Quindi lo sviluppo del 5G va di pari passo allo sviluppo anche delle reti in fibra ottica e, come si è detto anche oggi, queste due tecnologie sono certamente sinergiche“.

“Un bell’esempio di cui abbiamo parlato oggi è la tecnologia Fixed Wireless Access FWA, che consente, mettendo assieme la fibra e il 5G di rendere disponibili delle prestazioni molto simili alla banda ultralarga anche in comuni che fino ad alcuni anni fa non potevano godere per esempio di queste prestazioni. Con questa tecnologia oggi in Friuli Venezia Giulia raggiungiamo già 48 comuni: erano poco più di 20 ad ottobre per cui abbiamo un piano importante per continuare a investire e rendere sempre più accessibile la banda larga”.

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