Le fratture da fragilità sono un crescente problema di sanità pubblica, accentuato dall’invecchiamento della popolazione. Queste fratture, causate principalmente dall’osteoporosi, colpiscono in particolare le persone anziane e coloro affetti da malattie rare dell’osso. Durante il convegno “L’impegno italiano per le fratture da fragilità”, organizzato dall’ISS e dall’Osservatorio Fratture da Fragilità (OFF Italia), sono stati discussi l’epidemiologia e le strategie di prevenzione.
Attualmente, le fratture da fragilità pesano sulla spesa sanitaria italiana per circa 10 miliardi di euro all’anno, con una crescita prevedibile dovuta all’invecchiamento della popolazione. Circa il 4% degli italiani vive in condizioni di fragilità, percentuale che supera il 50% tra gli over 65. Le fratture più comuni riguardano polso, omero, vertebre e femore, con le fratture del femore che risultano particolarmente debilitanti. Ogni anno, ci sono circa 100.000 ricoveri per fratture del femore negli over 65, una cifra in aumento fino al 2015, seguita da un periodo di stabilità, eccetto per una riduzione durante la pandemia di Covid.
Per gli over 80, il numero di fratture è calato da 2.500 a 1.500 tra il 2001 e il 2023. Il trattamento con protesi o fissazione è divenuto il metodo principale, coprendo circa l’85% dei casi nel 2023. Secondo Maria Luisa Brandi, presidente dell’Osservatorio, il tema è di rilevanza storica, dato che ogni famiglia italiana è potenzialmente colpita dalle fratture da fragilità. La frattura del femore è un evento prevedibile in età avanzata, ma la continuità assistenziale post-frattura riguarda meno del 20% dei pazienti.
Il convegno ha anche esplorato la collaborazione tra ISS e OFF Italia per la creazione di un registro nazionale sulle fratture da fragilità, utile per monitorare e codificare il fenomeno. Andrea Piccioli dell’ISS ha evidenziato come questo registro sarà fondamentale per misurare l’eficacia degli interventi e per sviluppare tecniche meno invasive. È emerso anche che il Registro Italiano ArtroProtesi, che raccoglie dati sulle fratture di femore trattate con protesi, potrà rappresentare una base per il futuro, prevedendo un potenziamento e una strutturazione adeguata per garantire la funzionalità dei registri a livello nazionale.