Nella tarda mattinata, si diffonde la notizia di un pranzo tra la premier Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella maggioranza alcuni temono che le recenti prese di posizione di Matteo Salvini e Antonio Tajani possano avere conseguenze negative, mentre nell’opposizione c’è chi spera in un crollo del governo. Fonti di Palazzo Chigi precisano tuttavia che l’incontro, avvenuto mercoledì e tenuto segreto per 24 ore, era programmato da tempo e non è legato alle tensioni parlamentari.
All’incontro sono stati toccati temi rilevanti come i viaggi internazionali, la situazione europea dopo la nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione Ue, e la manovra economica. Nonostante ciò, l’idea di riprendere il cammino e superare l’incidente rimane forte. Meloni, in viaggio tra Sardegna e Bari per finalizzare accordi, avrebbe contattato Salvini e Tajani per normalizzare la situazione. Anche se prevale un certo ottimismo, molti sono cauti, convinti che le tensioni tra gli alleati non siano state completamente risolte.
All’interno del governo, è stato sventato un conflitto tra Forza Italia e Lega, e si prevede che durante il prossimo Consiglio dei ministri non si affronterà l’argomento delle recenti frizioni. Invece, ci sarà un saluto per Raffaele Fitto, imminente partente per Bruxelles, la cui partenza solleva interrogativi su come sostituirlo. Gli ambienti vicini a Meloni affermano che il suo ministero, vasto e specializzato, non può essere sostituito facilmente e che l’intenzione è di mantenere il più possibile la stabilità.
L’ipotesi è che la premier possa mantenere l’interim, distribuendo le deleghe di Fitto tra i sottosegretari di Palazzo Chigi. Si ipotizza la creazione di un sottosegretario specifico per gli Affari europei, data la recente riduzione delle posizioni nel governo. Attualmente, non si prevedono nuove nomine ministeriali, nonostante girino nomi come quello di Elisabetta Belloni. Si enfatizza che un possibile futuro rimpiazzo di un ministro di Fratelli d’Italia deve essere necessariamente un altro esponente dello stesso partito, escludendo concessioni a Forza Italia e Lega. La convinzione generale è che il governo possa continuare anche senza nuove nomine, grazie al mantenimento dei funzionari attuali che sosterranno l’operato di Palazzo Chigi.