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Festa della mamma. Avere un figlio dopo un tumore al seno, come cambia il corpo


La chirurga Salgarello spiega gli eventuali limiti della ricostruzione coi lembi e l’allattamento. La storia di Luciana che ha realizzato il suo sogno dopo la diagnosi a soli 26 anni

Festa della mamma. Avere un figlio dopo un tumore al seno, come cambia il corpo

11 maggio 2024 | 19.00
Redazione Adnkronos
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Diventare mamma dopo essere guarita da un tumore al seno è ormai sempre più possibile. È il caso di Luciana, che ha ricevuto la diagnosi di a soli 26 anni. “Al Policlinico Gemelli è stata sottoposta a una mastectomia sinistra e ad una ricostruzione immediata con protesi, durante la quale siamo intervenuti con una piccola protesi anche sull’altro seno, quello sano, per un risultato estetico più simmetrico. Luciana oggi ha 39 anni ed è mamma di una bimba nata tre anni fa. Ha avuto non solo la possibilità di realizzare il suo sogno di maternità, ma anche di allattare sua figlia dal seno destro, quello sottoposto all’intervento per renderlo più simile a quello ricostruito”, racconta Marzia Salgarello, chirurgo plastico ricostruttivo alla Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e presidente Beautiful After Breast Cancer (BABC) Italia Onlus

A fronte di una maggiore sopravvivenza nelle donne con tumore al seno, è importante occuparsi della vita dopo la malattia, anche perché la diagnosi può coinvolgere anche pazienti molto giovani. Che non devono oggi rinunciare alla maternità.

Ma come cambia in gravidanza il corpo di una donna dopo la ricostruzione con la protesi mammaria? “A differenza delle altre donne, la paziente che ha fatto la mastectomia e la ricostruzione con la protesi mammaria – spiega Salgarello – non vedrà aumentare il volume del seno ‘nuovo’, poiché questo è costituito interamente dalla protesi. Infatti, anche se l’aspetto esterno è apparentemente normale perché è presente l’areola e il capezzolo, come accade nella mastectomia nipple-sparing, la ghiandola mammaria è stata asportata e quindi non può crescere sotto lo stimolo degli ormoni della gravidanza”.

Oppure può trattarsi di una donna che ha fatto la ricostruzione con i propri tessuti e non con la protesi, un tipo di intervento che dà risultati più stabili e naturali nel tempo, ma che necessita di “attingere” tessuto, principalmente dall’addome. “Questo tipo di ricostruzione permette al seno ricostruito di modificarsi nel tempo, seguendo i cambiamenti fisiologici del corpo: ingrassa se la paziente prende peso, invecchia e scende come fa il seno originario. In questo caso, in gravidanza il seno ricostruito con i lembi di pancia si modifica, ovvero può aumentare di volume per l’ingrassamento della paziente, ma certamente non può allattare, poiché il seno è costituito di tessuto adiposo addominale e non di tessuto ghiandolare”, sottolinea Liliana Barone Adesi, dirigente medico dell’Uo di Chirurgia Plastica, Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e vicepresidente Babc Italia Onlus.

“Bisogna inoltre evidenziare che dopo la ricostruzione con il tessuto addominale è opportuno aspettare la stabilizzazione delle cicatrici e dei tessuti per circa un paio d’anni prima di pensare ad intraprendere la gravidanza”, aggiunge Salgarello.


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