Un nuovo sciopero dei mezzi pubblici si profila per la fine di ottobre e l’inizio di novembre, con serie conseguenze per i trasporti, prima a Roma e poi a livello nazionale. Sono programmati due eventi di protesta: il primo il 28 ottobre, che interesserà principalmente la capitale, e il secondo, che avrà carattere nazionale, l’8 novembre.
Il primo sciopero, indetto da Usb Lavoro Privato e Orsa, fermerà il servizio di Atac per 24 ore e coinvolgerà autobus, filobus, metropolitane, tram e la ferrotramvia Termini–Centocelle. I servizi di Cotral non dovrebbero essere toccati. Durante lo sciopero, solo le corse delle fasce di garanzia, ovvero fra le 5:30 e le 8:30 e dalle 17:00 alle 20:00, saranno regolari, mentre al di fuori di questi orari potrebbero verificarsi ritardi e cancellazioni, impattando anche altre linee e servizi come le scale mobili e le biglietterie.
Inoltre, è previsto un sit-in dalle 11:00 alle 13:00 di fronte all’assessorato alla Mobilità di Roma per coloro che parteciperanno allo sciopero del 28 ottobre. Questo sciopero serve da preludio a quello nazionale dell’8 novembre, indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, che non prevede fasce di garanzia e si svolgerà per 24 ore.
Le ragioni di queste proteste sono molteplici: i sindacati lamentano carichi di lavoro eccessivi, chiedono una maggiore sicurezza per il personale, migliori politiche salariali e condizioni di lavoro più salutari, come la salubrità delle gallerie della metropolitana. Inoltre, il contratto di settore è scaduto da dieci mesi e i sindacati richiedono il suo rinnovo. Critiche sono state sollevate anche riguardo alla manovra finanziaria in corso, che non prevede un aumento significativo del fondo nazionale per il trasporto pubblico locale.
In particolare, il segretario della Filt Cgil, Eugenio Stanziale, ha denunciato la mancanza di fondi aggiuntivi come un’indicazione della volontà del governo di non garantire un servizio adeguato ai cittadini. Le associazioni di categoria, come Agens, Anav e Asstra, hanno sottolineato che i 120 milioni di euro previsti per il 2025 nel bilancio sono insufficienti.