Durante un’intervista il 22 marzo, Romano Prodi ha reagito in modo stizzoso a una domanda della giornalista Lavinia Orefici riguardante il Manifesto di Ventotene, tirandole una ciocca di capelli. L’episodio, ripreso in un video diventato virale, ha scatenato polemiche. Il 26 marzo, Prodi ha rilasciato una dichiarazione in cui ha riconosciuto di aver commesso un errore e ha spiegato che quel gesto faceva parte della sua gestualità, ma non intendeva aggredire né intimidire.
La giornalista aveva chiesto a Prodi cosa pensasse di una frase citata da Giorgia Meloni: “La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso”. Prodi, visibilmente irritato, ha risposto che non aveva mai detto una cosa simile, aggiungendo con ironia che tale affermazione risaliva al 1941. Ha inoltre sottolineato l’importanza di rivendicare la propria storia e onorabilità, rifiutando che il suo lavoro venga ridicolizzato o strumentalizzato.
Prodi ha lamentato una logica virale che ostacola il riconoscimento delle sfumature, enfatizzata dai social media. Il dibattito ha sollevato domande su quanto un gesto, anche spurio, possa essere tollerato da un personaggio pubblico, specialmente in un contesto dove ogni azione è osservata e interpretata. Questo incidente ha messo in evidenza il modo in cui i leader affrontano il dissenso, il giornalismo e le proprie responsabilità comunicative in un’epoca di continua visibilità.