In Italia, cresce l’allerta per la “malattia del Congo”, un contagio misterioso che ha già colpito oltre 370 persone, causando almeno 79 decessi. Il ministero della Salute ha richiesto agli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera di prestare attenzione soprattutto ai voli diretti dal Congo. La situazione, sebbene grave, è circoscritta alla regione di Panzi, una zona estremamente povera e con risorse sanitarie insufficienti, situata a circa 700 km a sud-est di Kinshasa.
I sintomi della malattia sono simili a quelli dell’influenza, includendo febbre, mal di testa, tosse, problemi respiratori e anemia grave. Il tasso di letalità è elevato, con circa un terzo dei contagiati che non sopravvive. La maggior parte delle vittime è composta da giovani di età compresa tra 15 e 18 anni, ma anche il 40% dei decessi riguarda bambini sotto i 5 anni. Le difficoltà respiratorie e la mancanza di trasfusioni sanguigne per i casi di anemia sono le principali cause di morte. Giovanni Rezza, esperto di Igiene e sanità pubblica, ha evidenziato che l’anemia è riconducibile a malnutrizione, malaria e condizioni sanitarie critiche della regione.
Le origini della malattia rimangono sconosciute, sebbene gli esperti dell’OMS stiano analizzando campioni per identificare il patogeno. Le ipotesi includono malattie batteriche come quelle da meningococco, febbri emorragiche, sindromi influenzali e nuove infezioni respiratorie. È stata esclusa l’eventualità di una nuova variante di COVID-19. Le autorità congolesi hanno raccomandato alla popolazione di non toccare i cadaveri per prevenire ulteriori infezioni.
Nonostante la gravità della situazione, Rezza invita alla cautela, affermando che non siamo ancora in un contesto di allerta totale, che si avrebbe se fosse chiara la trasmissibilità del contagio. Al momento, la situazione è ristretta e critica per l’area coinvolta. Si attende che i campioni siano inviati a laboratori attrezzati per ulteriori analisi, da cui dipenderanno le strategie di intervento. Il Congo ha esperienza nel gestire focolai di febbri emorragiche, ma le dinamiche sono diverse in caso di malattie respiratorie.