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Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, a 40 anni dalla scomparsa al via Commissione d'inchiesta


A presiederla è il senatore di FdI Andrea De Priamo. ‘No spettacolarizzazione ma lavoro serio per contributo a verità – soddisfatti parenti ragazze’

Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi nei manifesti affissi per la scomparsa - Fotogramma
Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi nei manifesti affissi per la scomparsa – Fotogramma

Quarant’anni dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana sparita nel nulla il 22 giugno 1983, e di Mirella Gregori, della quale si persero le tracce il 7 maggio dello stesso anno, inizia ad indagare la prima Commissione parlamentare di inchiesta istituita sul caso delle due ragazze. Oggi, 14 marzo, la Commissione bicamerale è entrata ufficialmente in carica con l’elezione a presidente del senatore di FdI Andrea De Priamo, dei vicepresidenti Roberto Morassut (Pd) e Augusto Marchetti (Lega) e dei segretari Paolo Emilio Russo (Fi) e Marco Grimaldi (Avs). La Commissione nasce “alla luce della scelta del parlamento di dare vita a una Commissione di indagine che, a distanza di 40 anni, cercasse di fare luce su una vicenda avvolta nella oscurità. Cercherò di fare un lavoro serio, analitico e attento per dare un contributo importante per la ricerca della verità”, ha commentato De Priamo.

“Cercheremo di confrontarci – continua – vorrei che la Commissione fosse luogo non di polemica né di spettacolarizzazione, perché probabilmente questa vicenda ne ha avuta già troppa, ma di confronto serio e di indagine”, ha proseguito. “Ci sono documentazioni lunghissime e complesse, in questa vicenda ci sono state piste false e sbagliate – ha concluso De Priamo – In queste ginepraio cercheremo di fare ordine e darci un metodo di lavoro e lo vorrò fare insieme e a tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione”.

Il vicepresidente Roberto Morassut (Pd) ha sottolineato: “Inizia un lavoro importante che dobbiamo condurre con grande equilibrio e serietà”. Alla Commissione, ha ricordato, “compete il ruolo di ricostruzione dei fatti, avvalendosi dei poteri inquirenti, e collaborazione con le magistrature per fare in modo che si arrivi a una maggiore chiarezza sia per le famiglie che per l’opinione pubblica”. Lo “spirito” della Commissione sia solo “arrivare alla verità, senza contrapposizioni ideologiche“, ha detto il deputato M5S Francesco Silvestri, che fu firmatario della proposta ed è membro della Commissione. Soddisfatti i parenti delle due ragazze. “Non guardo al passato, oggi è importante che sia partita la Commissione di inchiesta insieme a due altre inchieste, quella del Vaticano e della procura di Roma”, ha osservato all’Adnkronos Pietro Orlandi, fratello di Emanuela che ha atteso fuori da Palazzo San Macuto l’esito della votazione.


“Ho molta fiducia – conclude- ho percepito la volontà di fare chiarezza. Non vedo l’ora di essere convocato dalla Commissione”. Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, che da tempo chiede la riapertura delle indagini, ha osservato all’Adnkronos: “Dopo tanti mesi che abbiamo atteso partissero i lavori, oggi sono contenta. Speriamo sia un buon inizio e che ce la mettano tutta per arrivare alla verità”. L’auspicio della sorella di Mirella è che l’organismo parlamentare lavori “senza intralci e a prescindere dell’opinione politica” dei singoli membri. “Per la famiglia Gregori questa è l’ultima spiaggia e vogliamo essere fiduciosi – conclude Maria Antonietta – Io sono a disposizione della Commissione”. Quella sul caso di Orlandi e Gregori non è l’unica Commissione insediata oggi. Sono partiti anche i lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince: il presidente è il deputato Fi Pietro Pittalis, vicepresidenti sono Alessandro Amorese (FdI) e Giorgio Fede (M5s) mentre i segretari della Commissione sono Andrea Barabotti (Lega) e Antonio D’Alessio (Az). Pittalis si è detto “onorato” della responsabilità e ha ricordato il “lavoro produttivo lavoro fatto dalle precedenti Commissioni di inchiesta, presiedute da Lai e Romano, noi continueremo a lavorare con lo stesso spirito bipartisan per fare luce”. Bisogna “individuare le cause esatte e le eventuali responsabilità in relazione ai ritardi nei soccorsi, confidando anche nel rapporto di collaborazione con l’autorità giudiziaria che si è occupata del caso”, ha concluso. I presidenti delle associazioni dei familiari delle vittime della Moby Prince, Luchino Chessa (associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince) e Nicola Rosetti (associazione 140) hanno fatto sapere: “Ci auguriamo che la Commissione di inchiesta sulla strage del Moby Prince possa completare il lavoro fatto fin qui dal Parlamento e mettere la parola fine su questa tragica vicenda. Siamo a disposizione del presidente Pietro Pittalis e di tutti i commissari per portare questa battaglia fino alla fine. Ringraziamo tutti i gruppi parlamentari per questo importante risultato”.

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