Il centrodestra, in particolare Fratelli d’Italia (Fdi), si sta attivando in vista dell’elezione di un nuovo giudice costituzionale che dovrà sostituire Silvana Sciarra, il cui mandato è terminato a novembre scorso. Il Parlamento è convocato in seduta comune per l’ottavo scrutinio, fissato per martedì 8 ottobre alle 12.30. I membri di Fdi hanno ricevuto indicazioni chiare sulla necessità di essere presenti in Aula, sottolineando l’intenzione di procedere rapidamente verso una scelta, evitando di rimandare a fine anno, quando scadranno anche i mandati dell’attuale presidente della Corte, Augusto Barbera, e dei giudici Franco Modugno e Giulio Prosperetti.
Attualmente, non sembra esserci accordo sull’unico candidato che la maggioranza intende proporre, suggerendo che il centrodestra possa contare solo sui propri voti. Infatti, dei tre quinti dell’Assemblea necessari per l’elezione, che corrispondono a 363 voti, la somma dei membri di Fdi, Lega, Forza Italia e Noi Moderati arriva a 355, escludendo i presidenti delle Camere che normalmente non partecipano al voto. Tra i nomi circolati, si parla di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e Carlo Deodato, segretario generale di Palazzo Chigi.
Inoltre, il centrodestra sta cercando consensi nel Gruppo Misto, dove potrebbero confluire i centristi come Lorenzo Cesa, Antonino Minardo, e i tre ex membri di Azione, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giusy Versace. Se questi ultimi si unissero, il totale dei voti arriverebbe a 360. La situazione è però incerta, poiché rimane da capire la posizione di altri tre deputati del Misto: Andrea De Bertoldi, Francesco Gallo e Luigi Marattin, il cui supporto potrebbe essere decisivo per raggiungere il quorum.
Inoltre, dovranno essere considerate le posizioni dei senatori e deputati delle Minoranze linguistiche, nonché la possibilità di raccogliere voti tra i membri di Azione e Italia Viva. Tutto ciò avviene nel contesto delle dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha descritto l’assenza del quindicesimo giudice come un vulnus alla Costituzione, esortando il Parlamento a procedere con l’elezione.