Il giornalismo italiano ha perso una figura di grande rilievo con la morte di Furio Colombo, avvenuta il 14 gennaio all’età di 94 anni. Colombo è stato un noto inviato della Rai e editorialista per Repubblica, nonché direttore de L’Unità e fondatore de Il Fatto Quotidiano. Ha anche avuto un attivo impegno politico, servendo come parlamentare in tre legislature con i Ds, L’Ulivo e il Pd. I suoi funerali si terranno il 15 gennaio a Roma.
La famiglia ha comunicato la notizia del decesso, sottolineando l’intensiva attività giornalistica di Colombo, che ha incluso esperienze come corrispondente dagli Stati Uniti e collaborazioni con importanti testate giornalistiche. Laureato in Giurisprudenza a Torino, Colombo ha iniziato a scrivere per la Rai collaborando con personaggi del calibro di Umberto Eco. È diventato giornalista professionista nel 1967 e ha poi insegnato presso il DAMS di Bologna.
Colombo ha avuto un impatto considerevole anche nella cultura, dirigendo per tre anni l’Istituto di Cultura di New York e insegnando giornalismo alla Columbia University e a Berkeley. Il suo lavoro include interviste significative, come l’ultima a Pier Paolo Pasolini, poco prima della sua morte. Inoltre, ha scritto per il New York Times.
Dopo un incidente aereo nel 1991, Colombo è diventato direttore de L’Unità nel 2001, rimanendo in carica fino al 2005. Nel 2009 ha cofondato Il Fatto Quotidiano, continuando a scrivere fino al 2022, anno in cui ha lasciato in polemica con la direzione del giornale.
Politicamente, Colombo è stato deputato con il Partito Democratico della Sinistra e i Democratici di Sinistra dal 1996 al 2011. Ha contribuito a leggi importanti, tra cui quella che ha istituito il 27 gennaio come Giorno della Memoria. La sua attività parlamentare è stata caratterizzata da un alto numero di voti dissenzienti, dimostrando una posizione critica rispetto alle indicazioni del partito. Era anche presidente nazionale di Sinistra per Israele, un’associazione impegnata contro pregiudizi antisemiti.
Colombo aveva recentemente aderito al Partito Radicale Transnazionale, segnando un nuovo capitolo della sua lunga e complessa carriera.