Durante una recente intervista al Corriere, la scrittrice Edith Bruck ha rivelato l’incontro con un’ex kapò di Auschwitz avvenuto a Roma, dove attualmente vive. L’incontro è accaduto anni dopo la Shoah, quando l’ex kapò, identificata come Lola Heller, l’ha avvicinata sotto casa, invitandola a prendere un tè, un’offerta che Bruck ha sempre rifiutato. Heller, originaria della Polonia, aveva collaborato con i tedeschi per garantire la propria sopravvivenza. Nel raccontare, Bruck ha notato che Heller desiderava anche vendere il suo appartamento a un prezzo conveniente, ma dopo un breve contatto, la comunicazione si è interrotta.
Nonostante la sua esperienza traumatica e il suo passato nei campi di prigionia, Bruck ha scelto di non denunciare Heller, affermando con fermezza: “Non odio nessuno”. Ha riflettuto sulla scelta della donna di sopravvivere, chiedendosi chi fosse lei per giudicarla. Durante l’intervista, Bruck ha condiviso anche terribili ricordi di Auschwitz, tra cui un episodio traumatico legato a una kapò di nome Alice, che la costrinse a credere che la madre fosse morta, dicendole senza pietà che se fosse stata grassa, era servita a fare sapone.
Edith Bruck, di origini ungheresi, è una delle voci più significative sull’Olocausto. Nata Steinschreiber, appartenente a una famiglia ebraica, fu deportata a soli 13 anni ad Auschwitz e in altri campi di concentramento, sopravvivendo e venendo liberata nel 1945 a Bergen-Belsen insieme alla sorella. Il resto della sua famiglia non sopravvisse. Dopo la guerra, tentò di tornare in Ungheria ma, non sentendosi accolta, viaggiò a lungo e considerò anche un trasferimento in Israele. Alla fine si stabilì in Italia nel 1954, trovando una nuova casa a Roma.
Famosa per la sua vasta produzione letteraria, Bruck racconta nei suoi romanzi la vita prima e durante la Shoah, conferendo una significativa testimonianza storica tramite le sue opere, tra cui il noto romanzo autobiografico “Chi ti ama così”.