Come ci insegnava qualche anno fa l’inizio del famoso film Gravity, con Sandra Bullock, i nostri cieli sono colmi di spazzatura, frutto dello spegnimento di centinaia di sonde e satelliti, che abbiamo inviato nello spazio.
Sempre più spesso dobbiamo venire a capo con la caduta di questa tipologia di oggetti, che per quanto non sempre pericolosi possono provocare alcuni danni alla superficie come in atmosfera, entrando in contatto con altri satelliti in funzione.
Recentemente una società di imaging australiana, la HEO robotics, ci ha dimostrato come questo tema stia divenendo ricorrente, scattando le foto di un vecchio satellite che fino a questo pomeriggio era in imminente caduta sulla Terra, per poi essersi inabissato poche ore fa in sicurezza nel Pacifico settentrionale.
Il satellite in questione era ERS-2 della ESA, l’agenzia spaziale europea, che in passato era stato amorevolmente soprannominato da alcuni utenti di Twitter “Il nonno dei satelliti“, per via della sua veneranda età e l’obsolescenza della sua tecnologia, progettata ormai oltre 30 anni fa.
ERS-2 fu lanciato in atmosfera nel 1995 ed è stato protagonista di molteplici scoperte scientifiche, legate al cambiamento climatico e al surriscaldamento globale. Il suo obiettivo era proprio monitorare le condizioni climatiche della Terra, negli anni in cui l’astronomia sosteneva internazionalmente gli impegni presi dai governi con la firma dei Protocolli di Kyoto.
Questo satellite ha continuato a lavorare costantemente per oltre 16 anni, fino al 2011, anno in cui la sua batteria si spense, poco dopo che gli ingegneri dell’ESA l’obbligarono a compiere delle manovre che gli hanno permesso di atterrare in sicurezza.
Le foto scattate dalla HEO robotics qualche giorno fa erano in bianco e nero e sfocate, ma l’ESA ha confermato in una nota che il satellite era proprio ERS-2. Nel corso degli ultimi giorni, le agenzie spaziali hanno consigliato a tutti gli astro amatori di seguire la caduta del satellite, così da aiutare gli scienziati nel monitorare le sue ultime fasi finali di volo.
Dalle ultime informazioni rese disponibili, sembra che l’impatto con l’oceano Pacifico sia avvenuto attorno alle 18 e 17 italiane, a diversi chilometri di distanza dalle Hawaii.