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venerdì, 6 Dicembre, 2024
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Ecco come ci vogliono sui social

Cristina Fogazzi, conosciuta come L’Estetista Cinica, ha recentemente attirato l’attenzione con un video virale che evidenzia l’uso eccessivo dei filtri di bellezza sui social media, in particolare su Instagram e TikTok. Con oltre un milione di follower, Cristina esplora il tema dell’autenticità nell’era digitale, presentando diverse versioni di sé attraverso filtri che la trasformano in immagini idealizzate: pelle perfetta, linea del viso liftata e finte lentiggini. Con l’apertura “Ciao sono Cristina e ho 50 anni”, intende dimostrare come l’aspetto fisico possa essere manipolato digitalmente, suggerendo una riflessione sull’impatto di tali aspettative sulla percezione del sé.

Il video trasmette un messaggio forte e chiaro: sebbene i filtri possano temporaneamente migliorare l’aspetto, tendono a creare standard di bellezza irreali che non riflettono la realtà. Questa distorsione dell’immagine può avere effetti negativi sull’autostima, specialmente tra le donne, che possono sentirsi inadeguate rispetto a modelli inarrivabili. L’impatto di questa bellezza artificiale, alimentata da influencer e celebrità, influisce profondamente sulla salute mentale di chi consuma tali contenuti.

Il video di L’Estetista Cinica è nato come risposta a un commento critico ricevuto dopo la pubblicazione di un reel promozionale. L’hater ha messo in discussione l’affidabilità dei suoi consigli di bellezza, citando la sua età. Questo attacco ha spinto Fogazzi a riflettere sull’accezione sociale della bellezza e a rispondere con una denuncia contro il giudizio verso le donne, soprattutto in relazione all’invecchiamento.

Cristina Fogazzi non ha mai nascosto il suo utilizzo della medicina estetica, facendo ricorso a trattamenti come botox e acido ialuronico, ma ha scelto di non utilizzare filtri per migliorare la sua immagine. La sua trasparenza contrasta con quella di molti influencer e sottolinea il principio che la bellezza deve essere accettata nella sua autenticità. Fogazzi invita a non concedere ad altri il potere di definire l’immagine di sé e a valorizzare il proprio valore al di là degli standard imposti. Il suo messaggio promuove una maggiore accettazione di sé stessi, sfidando le aspettative sociali e digitali riguardo la bellezza.

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