Con un gradimento del 46,1%, il governo Meloni chiude il secondo anno di legislatura mantenendo un orientamento stabile tra gli italiani. Questa analisi è stata effettuata da Vis Factor attraverso l’indicatore Human Index, unendo dati da sondaggi quantitativi con analisi di web e social listening, in cooperazione con Emg. Giorgia Meloni si distingue come leader più apprezzata, con il 39,3% di gradimento, seguita da Antonio Tajani (33,6%) ed Elly Schlein (30,9%). Giuseppe Conte e Matteo Salvini completano la top five con rispettivamente il 29,7% e il 26,5%.
Tra i ministri, Antonio Tajani ottiene il consenso più alto, seguito da Guido Crosetto, Adolfo Urso, Gilberto Pichetto Frattin e Matteo Piantedosi. In merito alle intenzioni di voto, Fratelli d’Italia si attesta al 28,8%, il Partito Democratico al 22,6%, e il Movimento 5 Stelle al 12,3%. Segue Forza Italia con il 9,2% e la Lega con l’8,2%. Alleanza Verdi e Sinistra raggiunge il 6,4%, mentre Italia Viva e Azione riportano il 2,5% e il 2,4%.
Un focus sulla legge di Bilancio rivela un sentiment negativo al 60,2% nei social, con sentimenti di preoccupazione (25%), delusione (21%) e frustrazione (14%). Tra i temi più discussi emergono banche, assicurazioni, nuove tasse e cuneo fiscale. Nel complesso, le tasse rappresentano il 28,33% delle discussioni con un sentiment negativo del 78%, seguite dalla sanità (23,98% con sentimento negativo dell’81%) e dalla redistribuzione (18,45% con sentiment negativo del 66%).
La top five delle tasse più odiate include: le accise di benzina e tabacco al primo posto (29,12%), seguite dall’Iva (22,41%), le tasse sulla casa (18,16%), le tasse sul lavoro (17,21%) e il canone Rai (9,09%). Tiberio Brunetti di Vis Factor sottolinea che il governo e la Meloni mantengono stabilità per tre principali motivi: stabilità del paese, assenza di errori sostanziali e mancanza di un’alternativa credibile. Anche se la legge di Bilancio ha un sentiment negativo, non è peggiorativa rispetto al passato e non grava su famiglie e imprese. Brunetti evidenzia la necessità di provvedimenti forti per salvaguardare la legislatura.