Mario Draghi ha espresso con chiarezza le sue preoccupazioni riguardo all’Unione Europea, sottolineando la necessità di un accordo con gli Stati Uniti in risposta alle recenti politiche tariffarie di Donald Trump. Durante il Simposio Cotec a Coimbra, in Portogallo, ha affermato che l’Europa è a un “punto di rottura” e ha avvertito che “nulla sarà come prima”. Draghi ha ricevuto il sostegno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha confermato l’esigenza di agire.
Secondo Draghi, la “frammentazione politica interna” ha ostacolato una risposta unitaria alle nuove misure statunitensi. La crescente adozione di “azioni unilaterali” ha minato il sistema multilaterale, con ripercussioni dirette sull’economia europea, già fortemente dipendente dalle esportazioni verso gli Stati Uniti.
L’ex premier ha avvertito che, anche se le tensioni commerciali dovessero attenuarsi, l’incertezza rimarrà, frenando gli investimenti nel settore manifatturiero dell’UE. Draghi ha sottolineato che l’Unione non potrà diversificare rapidamente le sue esportazioni, suggerendo la necessità di esplorare nuovi mercati e rotte commerciali.
Per ridurre la dipendenza dalla crescita statunitense, Draghi ha indicato l’importanza di aumentare gli investimenti interni per stimolare la domanda. Inoltre, la riduzione delle barriere interne potrebbe contribuire a migliorare l’offerta e affrontare le pressioni inflazionistiche, mentre un mercato unico efficiente aumenterebbe la produttività e attirerebbe investimenti privati.
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Fonte: www.virgilio.it