Lucia Simeone, assistente del parlamentare europeo di Forza Italia Fulvio Martusciello, ha ottenuto gli arresti domiciliari dopo aver risposto alle domande durante un interrogatorio. Era stata arrestata due giorni prima nell’ambito di un’inchiesta su presunti lobbisti della Huawei, in seguito a un mandato di arresto dell’Interpol per reati di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio. L’indagine riguarda presunti pagamenti illeciti di circa 46mila euro effettuati a politici affinché questi sostenessero gli interessi della Huawei presso le istituzioni europee.
Lucia Simeone è stata assistita dall’avvocato Antimo Giaccio durante l’interrogatorio che si è tenuto dinanzi al giudice Corinna Forte della Corte d’Appello di Napoli. Le autorità belghe hanno richiesto l’estradizione della donna, avviando così la procedura di consegna. L’inchiesta si concentra sui legami tra politici europei e la multinazionale cinese, sollevando questioni riguardanti la corruzione all’interno delle istituzioni europee e le pratiche di lobbying. La situazione di Lucia Simeone evidenzia l’importanza di monitorare e regolamentare le attività di lobbying, specialmente quando coinvolgono sostanze finanziarie significative e interazioni tra attori pubblici e privati. La vicenda ha attirato l’attenzione dei media e potrebbe avere ripercussioni sulle relazioni tra l’Unione Europea e la Huawei, un attore chiave nel settore tecnologico globale. La prossima fase dell’inchiesta avrà implicazioni non solo per Simeone ma anche per altri coinvolti, poiché l’attenzione si concentra su possibili ulteriori sviluppi legali e istituzionali.
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