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martedì, 13 Maggio, 2025
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Dolore cronico e malattia di Parkinson: prospettive innovative

Sono oltre 10 milioni le persone nel mondo affette dalla malattia di Parkinson, una patologia neurologica in rapida crescita, riconosciuta come neurodegenerativa sistemica. Essa si manifesta con sintomi motori come lentezza, rigidità e tremore, e con sintomi non motori, tra cui il dolore cronico, che colpisce oltre due terzi dei pazienti, compromettendo notevolmente la qualità della vita.

Una recente revisione pubblicata su The Lancet Neurology, coordinata da Michele Tinazzi e Marialuisa Gandolfi dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, affronta l’importanza del dolore cronico nei pazienti con Parkinson. La ricerca ha rivelato che il dolore è presente in modo disabilitante nel 70-80% dei casi e, sebbene compaia nelle fasi iniziali, è spesso trascurato nella pratica clinica poiché non considerato sintomo tipico.

Lo studio ha messo in evidenza la gestione inadequata di sintomi non motori, come fatica e disturbi del sonno, che porta a un uso eccessivo di analgesici comuni, come farmaci antinfiammatori e cannabinoidi, nonostante la mancanza di evidenze scientifiche solide.

Una novità importante è la nuova classificazione del dolore, che distingue tra dolore cronico correlato e non correlato alla malattia, facilitando diagnosi e trattamenti adeguati per migliorare la qualità di vita. Gandolfi sottolinea l’importanza di un’anamnesi accurata per riconoscere i sintomi non motori precocemente.

Il centro regionale di Verona, guidato da Tinazzi, è un punto di riferimento nazionale per la diagnosi, cura e ricerca sulla malattia di Parkinson e ha l’obiettivo di migliorare la consapevolezza tra i medici e personalizzare i trattamenti per garantire una vita migliore ai pazienti e supporto alle famiglie.

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