In Italia la cucina non è solo un insieme di preparazioni, ma anche un modo di comunicare e raccontare. Ogni regione ha un linguaggio particolare che accompagna le ricette e i gesti. Alcuni termini sono così caratteristici da riflettere le tradizioni locali. Di seguito, un glossario che descrive alcune di queste parole culinarie, dalle regioni del nord fino alle isole.
Pippiare: Indica il sobbollire lento di un sugo, creando un suono onomatopeico che rassicura chi cucina. Questo termine è comune soprattutto nel sud, in particolare a Napoli e in Campania.
Arriminare: Significa mescolare continuamente con attenzione, utilizzato prevalentemente a Palermo. È essenziale per piatti come la pasta con le sarde, per amalgamare i sapori.
Calare la pasta: Non si butta la pasta, ma si cala. Questo termine si riferisce al momento in cui la pasta viene messa nell’acqua bollente. È un modo di dire popolare del sud Italia.
Sbregar: Usato in Veneto, significa sbriciolare o rompere ingredienti secchi come pane o biscotti. Questo gesto è fondamentale nelle ricette tradizionali della regione.
Ammunnare: Indica il processo di pulire o mondare. Questo termine è diffuso nel sud, in particolare in Campania e Sicilia.
Rimestare: Tipico del Centro Italia, indica mescolare con regolarità, spesso usato per zuppe per evitare che si attacchino.
Allinguare: Significa allungare una salsa con acqua o brodo. Comune in Sicilia, descrive bene il momento in cui un sugo ha bisogno di essere diluito.
Stutare: Un’espressione tipica del sud per dire di spegnere il fuoco, fermando la cottura.
Abburattare: Significa setacciare, un termine usato nel sud Italia, soprattutto in Puglia, che evoca il gesto delle nonne mentre preparano la farina.
