Fra qualche mese avremo la possibilità di giocare al tanto chiacchierato remake di Silent Hill 2, prodotto da Bloober Team in collaborazione con Konami, e per capire la qualità della produzione al momento possiamo solo analizzare i recenti trailer, che hanno suscitato alterne reazioni nei fan.
Per quanta questa operazione di rifacimento del gioco originale sia stata considerata molto controversa da buona parte degli appassionati della saga, in verità già l’originale Silent Hill 2, uscito nel 2001, ricevette diverse critiche dai fan e da buona parte delle riviste specializzate dell’epoca, che al momento di giocare il titolo erano del tutto impreparati a vivere un’esperienza molto diversa rispetto a quella offerta dal precedente capitolo, il capostipite della saga.
Il suo protagonista era molto più complesso e sfaccettato rispetto ai personaggi presenti in Silent Hill 1, che per quanto afflitti e persi nella diabolica cittadina del Maine – rappresentazione terrena del malessere interiore di ciascun protagonista della saga – non raggiungevano i livelli di morbosità e di autoflagellazione raggiunti da James Sunderland… che non a caso è divenuto uno dei personaggi più famosi e riconoscibili dei videogiochi.
Dopo oltre 20 anni dall’uscita del gioco, la mente del protagonista di Silent Hill 2 continua ad affascinare videogiocatori ed esperti di psicologia e di psichiatria, proprio per via delle sue turbe psichiche che affondano profondamente nei turpi segreti dell’animo umano.
Per quanto le vicende di Sunderland siano oscure e macchiate da alcuni delitti difficili anche solo da pronunciare, è proprio il suo dolore e il suo spaesamento nei confronti di una realtà distorta come quella che permea Silent Hill a renderlo così verosimile all’occhio del giocatore, quasi indotto ad empatizzare con il suo alter ego videoludico proprio nel momento in cui dovrebbe provare ribrezzo.
Quali sono però i principali disturbi psichiatrici che affliggono la mente contorta e malata di James Sunderland?
Senza fare particolari spoiler, nel corso degli anni diversi psicologi hanno cercato di definire il suo profilo psicologico, per capire la natura dei suoi continui disturbi. Tra questi autori ci sono Ewan Kirkland – che ha scritto l’articolo “Sogni inquieti in Silent Hill: approcci innovativi all’analisi nei videogiochi” – e Brian de Lint – la cui tesi di dottorato aveva come argomento “Perdita, senso di colpa e sogni irrequieti: rappresentare le complesse emozioni del dolore attraverso il gameplay e la narrazione in Silent Hill 2”.
Secondo le ricostruzione degli esperti e le informazioni fornite dagli stessi sviluppatori del gioco, Sunderland è afflitto da un costante senso di colpa, che non riesce a spiegarsi a seguito di un’amnesia dissociativa che dura da anni, provocata da un evento traumatico. Tale amnesia si manifesta al giocatore in particolare grazie a uno dei finali del gioco.
Per tutto il corso dell’opera, inoltre, il protagonista è afflitto da una sorte di impotenza psicologica, di natura strettamente sessuale, provocata dai tragici eventi che lo hanno condotto a Silent Hill e che gli hanno fatto maturare un inconsapevole bisogno di sfogare la rabbia, tramite un comportamento sessuale oltremodo aggressivo.
Tutti i mostri presenti nel gioco, dal Pyramid Head al Mannequin, sono espressioni delle pulsioni fisiche e della coscienza sporca di James, che non riuscendo a determinarne l’origine ne maschera il contesto, tramite delle facili illusioni e dei falsi ricordi.
Secondo molti analisti, infine, l’intero viaggio metafisico del protagonista di Silent Hill 2 si può riassumere tramite il concetto del “percorso dell’autoflagellazione”. Sunderland, al momento dell’avvio del gioco, è depresso e non sa per quale ragione si senta così male.
È a lutto da 3 anni per colpa della morte della moglie, ma il suo malcelato tentativo inconscio di celare la verità è la stessa ragione che lo ha portato a (1) provare ribrezzo per sé stesso, (2) a sentire maggior dolore e (3) a raggiungere Silent Hill, nel tentativo di legarsi al ricordo del matrimonio.
Scoprire lentamente la verità è tuttavia ciò che gli provoca maggiore sofferenza, seppur è proprio questa sensazione ciò che può redimerlo o condannarlo, a secondo di come si approccia (grazie alle scelte del giocatore) nei confronti del suo senso di colpa (la cui accettazione lo porterebbe a godere la piena consapevolezza di sé).
Questo approccio in ogni caso è ciò che lo può condannare alla follia – ovvero a perdersi definitivamente nel Limbo di Silent Hill – o riportarlo sulla buona strada, nel caso accetti le conseguenze emotive del suo gesto più estremo, connesso alla morte della moglie.
Sfortunatamente sono in molti fra i giocatori a credere che Sunderland non sia riuscito a perdonarsi e ad accettare il proprio destino nei momenti finali del gioco. Seguendo quindi la lore di Silent Hill, è quindi molto probabile che la sua psiche sia andata in pezzi di seguito alla sconvolgente rivelazione finale, in grado di frammentare ulteriormente il suo Io, ormai solo in grado di generare nuovi mostri.