In un bar di Bologna, il 2 novembre una donna ha subito un grave incidente dopo aver ingerito del detersivo contenuto in un bicchiere che avrebbe dovuto contenere acqua. La vittima, solita frequente del locale, ha immediatamente avvertito bruciori intensi a labbra, gola ed esofago dopo aver bevuto, per poi vomitare e necessitare di un intervento d’urgenza. Trasportata in ospedale, i medici hanno diagnosticato l’ingestione di una sostanza caustica, costringendola a un coma farmacologico durato dieci giorni per limitare i danni interni.
Dopo il coma, la donna è stata dimessa, ma la sua condizione è rimasta critica e non è ancora tornata al lavoro più di 30 giorni dopo l’incidente. Il legale della vittima ha denunciato che il bar, nonostante l’accaduto, è rimasto aperto e operativo, senza alcun controllo da parte delle autorità competenti sulle norme di sicurezza e igieniche del locale. Inoltre, ha affermato che i proprietari non si sarebbero mai messi in contatto con la cliente, mentre i legali dei gestori hanno dichiarato di aver tentato di contattarla senza successo.
L’accaduto ha sollevato preoccupazioni riguardo la sicurezza e la responsabilità dei locali pubblici, evidenziando l’importanza di verifiche rigorose delle pratiche di igiene e sicurezza. La situazione della vittima rimane allarmante, poiché la donna è ancora in recupero e la sua qualità della vita è stata notevolmente compromessa dall’incidente. La mancanza di una risposta da parte dei gestori del bar e l’assenza di misure correttive dopo l’incidente hanno alimentato il dibattito pubblico sulla responsabilità e il dovere di cura dei locali rispetto ai clienti.
Questo evento tragico pone una luce critica sulla gestione della sicurezza nei locali pubblici e sull’importanza di un intervento tempestivo delle autorità per prevenire futuri incidenti simili. Attualmente, la vittima continua il suo percorso di recupero, mentre le indagini sull’incidente proseguono.