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sabato, 21 Giugno, 2025
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Demenza: nei prossimi 20 anni 140 milioni di casi nel mondo

In Italia, oltre due milioni di persone sono affette da un disturbo neurocognitivo maggiore o da un declino cognitivo lieve, coinvolgendo circa quattro milioni di familiari. La situazione è destinata a peggiorare, con le stime che indicano che nei prossimi venti anni i casi nel mondo potrebbero raggiungere i 140 milioni. La demenza è quindi diventata una priorità di salute pubblica.

Per affrontare questa problematica, il rifinanziamento del Fondo Alzheimer, previsto dalla Legge di Bilancio 2023, ha allocato 34,9 milioni di euro per il prossimo triennio. Questo fondo servirà per attuare vari progetti, coinvolgendo circa 120 ASL e 2000 professionisti delle Regioni e della Pubblica Amministrazione. Le linee strategiche abbracciano la diagnosi precoce, la telemedicina, la teleriabilitazione e trattamenti psico-educazionali.

Un’iniziativa importante sarà condotta dall’Osservatorio demenze dell’ISS, che implementerà per la prima volta in Italia una strategia di diffusione delle linee guida per la diagnosi e il trattamento della demenza e del Mild Cognitive Impairment (MCI). Questa strategia si estenderà a tutti i Centri per i disturbi cognitivi e demenze, che comprendono 440 Centri diurni e 1600 RSA.

Inoltre, è previsto un piano nazionale di formazione per i professionisti sanitari e sociosanitari, volto a fornire supporto ai familiari e caregiver. Questo piano sarà supportato da associazioni e ordini professionali e mirerà a promuovere strategie di prevenzione primaria e secondaria. Con queste misure, si stima che fino a 450.000 casi di demenza in Italia possano essere prevenuti.

Sono previste anche sperimentazioni su interventi di tele-riabilitazione, con un trial controllato randomizzato per un software di stimolazione cognitiva, che coinvolgerà 450 persone in 22 centri distribuiti su 15 Regioni.

Recentemente, l’Ema ha autorizzato la commercializzazione di un nuovo farmaco, il lecanemab, per il trattamento del disturbo cognitivo lieve e della demenza di Alzheimer. Tuttavia, la somministrazione del farmaco richiederà un significativo impegno organizzativo, poiché non tutti i centri per le demenze in Italia sono pronti ad affrontare questa nuova sfida, richiedendo capacità diagnóstica elevata e risorse adeguate.

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